G7, nuovo attacco degli Usa a Mosca. Putin: ora basta, ci difenderemo
Chissà se anche il G7 riceverà il Premio Nobel per la Pace, dopo aver gettato benzina sul fuoco della crisi ucraina. «Siamo pronti a prendere ulteriori misure restrittive contro la Russia se non rispetterà gli impegni presi», si legge infatti nel comunicato finale del G7, in cui si sottolinea come le sanzioni «non verranno ritirate fino a che la Russia non avrà attuato completamente gli accordi di Minsk». Ma è sempre la Casa Bianca che detta la linea, sia per il G7 che per la Ue che per l’Onu: «La Russia sta ancora violando gli accordi sull’Ucraina e se sarà necessario inaspriremo le sanzioni», ha detto il presidente americano Barack Obama alla conferenza finale del vertice del G7 in Germania. E ha aggiunto: «Putin sta scegliendo di mandare a pezzi l’economia russa», sottolinando come le sanzioni della comunità internazionale contro Mosca stanno avendo l’effetto di indebolire enormemente la Russia. La cosa che le organizzazioni internazionali ignorano o fingono di ignorare è che in Ucraina è Kiev la parte che aggredisce, mentre i russofoni reagiscono alle persecuzioni chiedendo l’autonomia. Per non parlare dell’intenzione di Obama di piazzare missili offensivi in Europa, intenzione che il Regno Unito ha immediatamente giudicato positiva.
Il G7 ubbidisce alla Casa Bianca e condanna Mosca
Pronta la risposta del Cremlino: «Ci riserviamo il diritto di reagire conseguentemente a tutte le iniziative non amichevoli compiute contro di noi dagli Usa», dichiara il ministero degli Esteri russo Serghei Lavrov in un rapporto sulla strategia di medio periodo da tenere in politica estera. «Nel costruire le relazioni con la parte americana – continua il rapporto – non possiamo non tenere conto delle iniziative varate dall’amministrazione Obama, disegnate per aggravare le relazioni bilaterali, congelare i contratti in ambo le direzioni e aumentare costantemente la pressione delle sanzioni contro la Russia con l’obiettivo di indebolire l’economia russa e creare le condizioni per destabilizzare la situazione politica interna del Paese. Una via d’uscita alla spirale del confronto e un ritorno a relazioni bilaterali stabili sarà possibile solo quando Washington rinuncerà alle sue azioni ostili contro la Russia e darà una dimostrazione concreta di essere disposta al dialogo su una base di genuina parità e di reciproco rispetto degli interessi incrociati», conclude seccamente la nota di Mosca. Lavrov ha poi aggiunto: «Nonostante la complessità della situazione attuale, le relazioni con l’Ue, che per la Russia è il maggior partner commerciale nonché il suo vicino, resteranno una delle priorità della politica estera russa nei prossimi anni. La porta resta aperta per un dialogo significativo con la Ue nel sostenere il progetto di integrazione dei blocchi che arrivi a uno spazio unico economico e umanitario dall’Atlantico al Pacifico». La verità, e non da oggi, è che «la guerra delle sanzioni contro Putin è un suicidio per l’Ue. Governo difenda investimenti russi di imprese italiane stremate da crisi #RenzinginocchiodaMerkel», come ha scritto su Twitter la senatrice Anna Maria Bernini, vice presidente vicario di Forza Italia a Palazzo Madama. Infine, c’è grande attesa per Vladimir Putin in Italia, come ha annunciato il premier italiano Matteo Renzi: «È stato un buon G7, adesso per noi si apre una fase molto interessante dal punto di vista della politica internazionale: mercoledì ci sarà Vladimir Putin all’Expo, la settimana successiva, mercoledì 17, sarà a Milano David Cameron, domenica 21 François Hollande, per poi arrivare all’appuntamento chiave del consiglio europeo del 25-26».