Immigrazione, nulla di fatto al vertice. Renzi costretto a riconvocarlo
Nulla di fatto al “vertice” sull’immigrazione a Palazzo Chigi tra il governo, le Regioni e i Comuni. Un nuovo incontro si terrà tra 15 giorni. Lo ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi al termine della riunione, che è durata circa un’ora e mezza. In queste ore immigrati clandestini stanno continuando ad arrivare incessantemente sulle nostre coste. Insoddisfatti gli amministratori: «Dall’incontro non è emerso nulla di nuovo, non sono venute fuori grandi novità: ci aspettavamo relazioni internazionali forti ma non c’è nulla di nuovo sotto il sole». Lo ha detto il governatore del Veneto, Luca Zaia, al termine del vertice aggiungendo: «Noi continuiamo a dire no a nuovi arrivi», ha proseguito Zaia, secondo il quale l’inchiesta su mafia capitale ha indebolito il governo sul fronte della trattativa con l’Europa. «Cercheremo di capire dal summit in Europa se la quota di 40mila è reale o no. Non è un problema di unità. Non è a causa di Lombardia e Veneto se l’Italia è meno forte in Europa come viene detto, semmai mafia capitale ha indebolito l’Italia». Per Zaia, «profughi e immigrati devono essere aiutati a casa loro. Sono convinto poi che i prefetti dovrebbero ascoltare quel che dice il territorio». Nel Veneto sono arrivati 4019 immigrati e ne sono transitati oltre 10 mila. Della stessa opinione Roberto Maroni: «L’incontro con Renzi è stato assolutamente deludente e inutile: nessuna risposta concreta ai problemi. Continua il caos immigrazione. Il premier ha chiesto unità ma sono solo chiacchiere, io chiedo risposte concrete a piani concreti». Il presidente della Lombardia ha raccontato che «all’incontro con Renzi ho chiesto dove si fa la verifica fra chi è richiedente asilo e chi è immigrato economico e la risposta non c’è stata». «Nessuna risposta – ha aggiunto – alle mie sollecitazioni per sapere se si fanno i campi profughi e i nuovi accordi di rimpatrio. Siamo stati riconvocati tra 15 giorni, perché è sempre utile confrontarsi, ma spero che non sia come oggi”, ha affermato Maroni. Entrando a Palazzo Chigi Maroni aveva auspicato che «finalmente ci siano i rimpatri e anche il blocco delle partenze. Non siamo disponibili ad accogliere nuovi immigrati perché siamo al completo. Bisogna bloccare le partenze ma finché continuano ad arrivare non si può continuare a scaricare la situazione sui territori attraverso i prefetti, con un atto di imperio di Roma senza coinvolgere le Regioni». E aveva concluso: «Il metodo del Viminale non funziona, crea reazioni e tensioni: è una situazione ingestibile».
Da parte sua il leader della Lega Matteo Salvini ha così sintetizzato: «Maroni e Zaia per nome e per conto della Lega hanno detto ad Alfano che dove la Lega amministra il no ad altri immigrati è secco. Per risolvere il problema immigrazione si dovrebbe parlare con Putin. Chiediamogli una mano, invece di fargli la guerra, per contrastare questa invasione senza precedenti. Se io fossi al posto di Renzi comunque sarei qui a Bruxelles a dire che smettiamo di pagare l’Unione Europea. Ogni anno l’Italia dà 16 miliardi all’Unione Europea. Minacciamoli di dargliene 15 e di tenerci un miliardo. Così sì che si sveglierebbe l’Unione Europea. Il concetto di rimpatrio e rispetto delle regole è patrimonio di qualsiasi Paese civile. In Francia, dove vengono presidiati i confini, governa la sinistra. Il problema è che noi abbiamo la sinistra più rincoglionita d’Europa», ha aggiunto. Ma la delusione non è solo della Lega: nella riunione a Palazzo Chigi con il governo «non sono stati i dettagli del piano B sull’immigrazione», ha detto il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, al termine dell’incontro. «Che l’incontro sia stato convocato è un primo passo, che i contenuti siano stati soddisfacenti, non possiamo dirlo», ha affermato Toti. «Ribadiamo che la Liguria è in un momento di crisi economica e sociale e all’inizio di una importante stagione turistica, dunque andrebbe protetta dal continuo afflusso di migranti. Ma temo che non cambierà granché. Continuerà il piano del governo sullo smistamento dei migranti nelle varie Regioni esattamente come era previsto nel 2014. Quindi i contenuti dell’incontro non sono soddisfacenti», ha sottolineato Toti. «Il presidente Renzi ci ha detto che ci rivedremo tra 15 giorni e ci relazionerà su cosa abbiamo portato a casa dall’incontro di oggi a Bruxelles tra capi di Stato e di governo. Ma il problema resta l’esecutività del rimpatrio e il blocco dei flussi: su questi due punti non si è ancora imboccata la strada giusta».