Latorre (Pd): sulle riforme dobbiamo riaprire il dialogo con Berlusconi
«Il risultato delle Comunali segnala una evidente difficoltà per il Pd, che sarebbe miope e ipocrita non cogliere. La risposta non è in alcun modo una rinuncia alla rotta intrapresa con la leadership di Renzi, ma non può essere una svolta a sinistra». Lo afferma al Corriere della Sera, il senatore del Pd Nicola Latorre, che aggiunge: «Tradizionalmente la sinistra ha mostrato la tendenza a rifugiarsi in vecchi accampamenti, sempre più vuoti. Rompere schemi e interessi consolidati ha dei costi, ma l’Italia non può rinunciare al processo riformatore».
Latorre: le leggi elettorali non si fanno secondo convenienza
Sulla scuola – fa sapere Latorre – «c’è la disponibilità del governo ad alcune correzioni, ma l’impianto della riforma non può e non deve cambiare». Sullo stop del premier sui precari, il senatore dem spiega: «Di fronte al tentativo di annacquare la riforma, magari stralciando il provvedimento sui precari, è giusta la scelta di Renzi di spostare i tempi di approvazione. È grave che ci sia chi strumentalizza i precari per far saltare la riforma della scuola». Alla domanda se con l’Italicum il Pd rischia, Latorre replica: «Discussione incredibile. Dovremmo cambiarlo perché abbiamo scoperto che si può perdere? Le leggi elettorali non si fanno secondo convenienza. È un capitolo chiuso, non si riaprirà. Sulla riforma costituzionale invece dobbiamo sviluppare un confronto a 360 gradi, anche con le opposizioni. Il patto del Nazareno – precisa il senatore dem – appartiene al passato, però bisogna aprire al dialogo con Berlusconi. Lui non può e non deve sottrarsi al confronto e noi dobbiamo ascoltare le proposte che arrivano da quella parte. Il tema – spiega – non è infilarsi nei meandri delle divisioni del centrodestra, è stabilire un rapporto esplicito. Per tagliare il traguardo delle riforme non basta raccogliere numeri, serve allargare il consenso».
«È necessario recuperare lo slancio iniziale»
Alla domanda se Renzi ha trascurato il partito, il senatore dem ammette che «è necessario recuperare lo slancio iniziale anche sui temi del Pd, che non va trascurato». Quanto alle primarie, Latorre spiega che «il partito non può essere una “ditta”, ma non può rinunciare a guidare il processo di selezione della classe dirigente, consegnandone ai territori l’esclusiva». Infine, sulla possibilità che il prosssimo leader sarà eletto con le primarie non esclude «che il segretario del partito nazionale non sia l’eletto delle primarie, ma l’eletto di tutti gli iscritti. Lo stesso vale per i segretari sul territorio».