Mafia Capitale, Marino se la prende con i giornalisti e non molla la poltrona

4 Giu 2015 19:42 - di Redazione

La colpa, come al solito, è dei giornalisti. «Cercate di dimostrare che siete anche educati. Sto salutando la presidente di una Repubblica e noi siamo persone che hanno un certo stile, non so voi». Così il sindaco di Roma Ignazio Marino si è rivolto ai cronisti che lo incalzavano, durante la visita della presidente della Repubblica del Cile al mercato Testaccio, per chiedergli un commento sulla nuova ondata di arresti nell’ambito dell’inchiesta su Mafia Capitale. «È chiaro che la buona educazione non è una cosa disseminata col dna, alcuni ce l’hanno, altri no. Bisogna fare appello alla buona educazione, merce rara. Cercate di avere un po’ di dignità personale». Un sfogo che, nel giorno della nuova ondata di arresti che hanno travolto gran parte della classe dirigente del Pd romano, è arrivato al termine del vertice del Nazareno con il commissario del partito a Roma, Matteo Orfini, nel corso del quale gli è stata ribadita, incredibilmente, la fiducia. «Le giunte di Ignazio Marino e Nicola Zingaretti sono state un baluardo contro criminalità organizzata. Le loro amministrazioni sono state un baluardo contro il malaffare. Ciò che emerge è anche per loro attività di denuncia», ha detto Orfini, in una conferenza stampa convocata al Nazareno. Ma non tutto il Pd romano la pensa così: «Io sono anche molto amica di Ignazio Marino, però ritengo che Ignazio forse un passo indietro lo dovrebbe fare, non vuol dire dimettersi, però mettersi in discussione insieme a tutto il gruppo, anche con un confronto pubblico, spero che ci sia questa opportunità perché la gente non è che non vuole più votare il Pd, non vuole proprio più votare», ha detto a Radio Radicale la deputata romana del Pd Ileana Argentin.

Fratelli d’Italia all’attacco di Marino

«Con la Giunta Marino i soldi alla cooperativa di Buzzi sono aumentati sensibilmente. Marino si deve dimettere per evitare a Roma la vergogna di un rischio di commissariamento per mafia», ha detto a “Un Giorno da Pecora”, Giorgia Meloni, fondatrice di Fratelli d’Italia, in riferimento agli ultimi arresti legati all’inchiesta Mafia Capitale. «Marino è stato eletto coi voti di questa gente che oggi sta in galera, quindi fossi in lui mi dimetterei e poi magari mi ricandiderei ma essendo sostenuto da nuovi consiglieri comunali», ha concluso la Meloni a Rai Radio2. A rincarare la dose anche Fabio Rampelli: «Più che un’inchiesta quella su Mafia capitale è un incubo. Tutti gli attori politici che hanno avuto ruoli di gestione negli ultimi 15 anni nelle istituzioni locali, e non solo coloro che saranno condannati, prendano atto del loro fallimento e si ritirino a vita privata. Da sinistra a destra. Compresi quelli che, alla Buzzi e Carminati, sono pronti a stare con gli uni e con gli altri, basta che governino. Come nel caso del volubile Alfio Marchini», dice il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera. «Riponiamo la massima fiducia nella magistratura – ha aggiunto – e confidiamo in processi a tempo di record, ma il giudizio che ci compete è politico, riguarda la capacità di governare in modo trasparente e dalla parte dei cittadini, proteggendo le fasce sociali più deboli anziché sfruttandole per alimentare circuiti affaristici. Immigrati, nomadi, malati e tossicodipendenti sono stati trasformati in mucche da mungere, senza rispetto per la comunità né per gli interessati. Si tratta del nuovo business del terzo millennio, monopolizzato da cooperative bianche e rosse. Per renderlo più agevole e foraggiarlo Renzi ha riformato la Cooperazione allo sviluppo, sottraendola a ogni controllo e sta ammazzando la Croce Rossa internazionale. Il sistema è marcio…».

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