Marino isterico: “Destra torni nelle fogne”. Ma anche la Boschi lo attacca

22 Giu 2015 8:07 - di Redazione

Cita Blade Runner («arrivando al Campidoglio ho visto cose che voi umani…»), parla della «politica consociativa dei partiti», dice di aver parlato al telefono col collega newyorkese Bill de Blasio, va giù durissimo con la destra — guidata all’epoca da Gianni Alemanno — che lo ha preceduto: «Non hanno vergogna, perché non tornano dalle fogne da cui sono venuti?», urla Marino, facendo riecheggiare uno slogan da Anni 70.

Marino attacca Alemanno, che annuncia querela

Non è l’unico affondo rivolto ad Alemanno: «Una sera — racconta il chirurgo dem — mi chiamò al telefono e mi disse: “So che state cambiando i cda delle aziende: ti posso dare due nomi miei?”. E io: hai qualcuno per trasporti e rifiuti dall’eccellente curriculum? Se poi sono donne, meglio ancora». Marino conclude: «Alemanno fa dieci secondi di silenzio. Poi mi dice:”Ma il Pd non ti ha parlato?”. No, quel Pd a cui sei abituato tu non c’è più, gli ho detto». Alemanno smentisce la ricostruzione e annuncia querela: «Marino è un personaggio finito, di cui Roma si vuole liberare».

Niente, Marino non intende mollare

Ma è soprattutto alla gente che si rivolge Marino: «Tutti mi dicono non mollare. Ho un dovere morale nei vostri confronti, non posso fare un passo indietro, neppure di un millimetro. Dobbiamo avere l’orgoglio di essere romani. Non sono stato eletto dai capibastone, ma da voi e tradirei quel voto andandomene. Io non vi tradirò, andremo avanti insieme fino al 2023, perché Roma appartiene a noi, a noi!». È un crescendo, fino alla fine: «Grazie, grazie, grazie». Qualcuno, commosso, fa pure il pugno chiuso.

Ma anche il ministro Boschi non lo difende più

“Eppure, la pressione del governo non sembra attenuarsi: «Marino è una persona onesta, ma l’onestà da sola non basta», dice Maria Elena Boschi. Che poi aggiunge: «Se dovessero emergere elementi per lo scioglimento del Comune per mafia, il governo si assumerà la responsabilità». Dopo ieri sera, pare l’unico strumento in mano a Renzi per «tirare» giù Marino. Ammesso che il premier lo voglia”, scrive “Il Corriere della Sera”

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