Il Papa: «Hanno cercato di annientare la Chiesa, ma non ci sono riusciti»
Le parole di Papa Francesco, all’inizio dell’0melia per la messa di consegna dei “pallii” ai nuovi arcivecvovi, danno un’altra sterzata che fa riflettere: «Non vorrei soffermarmi sulle atroci, disumane, e inspiegabili persecuzioni, purtroppo ancora oggi presenti in tante parti del mondo, spesso sotto gli occhi e nel silenzio di tutti. Vorrei invece venerare il coraggio degli apostoli e della prima comunità cristiana, di portare avanti l’opera di evangelizzazione».
Il Papa: siamo solidi, nonostante i nostri errori
«Le catacombe non erano luoghi per sfuggire alle persecuzioni ma erano, innanzitutto, luoghi di preghiera», ha aggiunto il Papa. «Una Chiesa in preghiera è una Chiesa “in piedi”, solida, in cammino. Infatti un cristiano che prega è un cristiano protetto, custodito e sostenuto, ma soprattutto non è solo». Ha anche invitato a saper vedere gli “angeli”, a non lasciarli «fuori della porta». «Quante forze, lungo la storia – ha detto Papa Francesco – hanno cercato, e cercano, di annientare la Chiesa, sia dall’esterno sia dall’interno, ma vengono tutte annientate e la Chiesa rimane viva e feconda, rimane inspiegabilmente salda. Tutto passa, solo Dio resta; sono passati regni, popoli, culture, nazioni, ideologie, potenze, ma la Chiesa, fondata su Cristo, nonostante tante tempeste e molti peccati nostri, rimane fedele al deposito della fede nel servizio».
«La Chiesa non è dei papi, dei vescovi, dei preti e neppure dei fedeli, è solo e soltanto di Cristo», ha poi detto il Papa . «Una Chiesa senza testimonianza è sterile, è un morto che pensa di essere vivo, un albero secco che non dà frutto, un pozzo arido che non dà acqua». Tra i 46 nuovi metropoliti ci sono i tre italiani Vincenzo Pelvi, arcivescovo di Foggia, Francescantonio Nolè, arcivescovo di Cosenza e Erio Castellucci, arcivescovo eletto di Modena. Come era stato annunciato lo scorso gennaio, il Papa ha stabilito una modifica al rito dei “pallii”: non sono più imposti dal Papa sulle spalle dei presuli durante la celebrazione, come accadeva fino all’anno scorso, ma gli arcivescovi li ricevono con una formula più semplice e dopo essere stati benedetti dal Pontefice nel corso della messa.