Pd sotto choc in Liguria. Paita KO. Toti: «Il centrodestra unito vince»
Il candidato del centrodestra Giovanni Toti se l’aspettava e dopo dieci anni di centrosinistra, la Liguria volta pagina, cambia. Uniti si vince e sull’europarlamentare e consigliere politico di Forza Italia, si sono riuniti Lega nord, Fratelli d’Italia e centristi di Area Popolare. Grande sconfitta per Raffaella Paita, candidata del Pd lanciata dal presidente uscente Claudio Burlando, voluta da Renzi, che ha accusato la sinistra e il suo candidato, l’ex Pd Luca Pastorino, di avere “cinicamente” aiutato l’avversario di centrodestra dividendo i sostenitori del Pd. Il risultato finale è netto: Toti 34,7%, Paita 27,7%. Oltre a Toti, secondo il quale il voto mette un’ipoteca su palazzo Chigi, esultano anche il M5s, che arriva al 22,3% ed è secondo in Liguria con la candidata Alice Salvatore al 24,9% (terza), e la Lega Nord. La vittoria di Toti è frutto anche del boom leghista: con il 20,2% dei voti è terzo partito mentre Forza Italia si ferma al 12,9%. Il Pd, che, come fa notare Luca Pastorino, perde il 18% rispetto alle europee di un anno fa, si consola con il primato tra i partiti al 25,5%. I numeri della vittoria di Toti potrebbero garantire la governabilità ha annunciato lo stesso vincitore quando si è capito come sarebbe finita la sfida.
«Quando il centrodestra si presenta come coalizione unita, coesa e con un programma serio vince. E la Liguria ne è la dimostrazione», ha detto dopo avere ricevuto telefonate di congratulazioni da Silvio Berlusconi e da Matteo Salvini: «La coalizione ha i numeri per governare. Abbiamo i numeri e governeremo benissimo come centrodestra».Ancora. «Renzi può cominciare a prendere commiato dalle sue stanze», ha aggiunto il neogovernatore della Liguria Toti, secondo il quale «l’alleanza con la Lega è un passaggio importante per arrivare a vincere le elezioni nel 2018 e prendere palazzo Chigi». Il Pd esce con le osa rotte, cone divisioni rese plasticamente dalle accuse della Paita -come detto- che non ha esitato a incolpare Pastorino autore di«un’operazione cinica che ha consegnato la Regione a un uomo di Berlusconi». Pastorino replica: «Non è colpa mia se ha perso, la colpa è sua e di Renzi che hanno distrutto il loro partito».