Polverini: “Io mandai a casa i ladri. Marino e Zingaretti si dimettano”
Ignazio Marino e Nicola Zingaretti dovrebbero fare un passo indietro, perché ormai «non ci sono più le condizioni per amministrare realtà serenamente cosi complesse come il Campidoglio o la Regione Lazio». Parola di Renata Polverini, deputata di FI che – intervistata da “Il Tempo” – di dimissioni se ne intende: due anni fa mandò acasa il Consiglio regionale dopo gli scandali Fiorito e Mariuccio relativi alle ruberie con i fondi dei gruppi consiliari.
“Mafia Capitale fa emergere un quadro inquietante”
Onorevole Polverini, che idea s’è fatta su Mafia Capitale? «Naturalmente mi attengo a ciò che leggo e non entro in considerazioni che spettano solo alla totale autonomia della magistratura. Ma l’idea che mi sono fatta naturalmente è bruttissima, emerge un quadro inquietante, un vero e proprio saccheggio delle istituzioni. Come ogni romano sono schifata». Lei per tré anni ha governato in contemporanea con l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno… «Col quale i rapporti non era idilliaci. Non è un segreto». È risaputo. Ma perché? «Forse temeva che essendo io donna potessi oscurarlo. Non venendo dal Pdl ma dalla società civile molte persone le ho conosciute una volta insediatami, i rapporti sono nati dopo. Ho trovato un deficit sanitario di 1,5 miliardi sceso a 600 milioni». Per la precisione 578. «Ha ragione. Se non mi fossi dimessa saremmo usciti nel 2013 dal commissariamento. Ora Zingaretti dice che siamo vicini a uscirne: evidentemente l’azione di risanamento si è rallentata. Il governatore sta godendo di numerose opere, come il Progetto Plus, avviate da me. Insomma pertre anni mi sono occupata di governare una Regione e non dei rapporti con Alemanno».
Polverini ricorda il diverso atteggiamento del Pd rispetto a oggi
Perché decise di lasciare? «Ricordo un’aggressione politica e mediática nei miei confronti senza precedenti. Mi ero appena operata, stavo male, mi hanno asportato due tumori dal collo. Sono stata lasciata sola dal partito: abbiamo chiesto all’allora coordinatore Pdl Alfano di espellere Fiorito per marcare una distanza, per dire: “uno ha sbagliato ma non sono tutti uguali”. Invece niente. Oggi su Comune e Regione c’è meno attenzione, meno accanimento. Magari avrò pestato qualche piede a qualcuno…». Marino e Zingarettì devono dimettersi? «Hanno persone di fiducia indagate, arrestate o chiacchierate. Come possono pensare di governare le istituzioni e il territorio?». Il Pd è coinvolto nell’inchiesta. Con lei, oltre a chiedere le dimissioni, i Dem decisero di non ricandidare i loro consiglieri uscenti sebbene non ancora indagati. Oggi Renzi dice che non chiederà mai le dimissioni a un indagato. «Con me hanno abusato con le richieste di dimissioni perché c’era la volontà di tornare al voto. Evidentemente è cambiato il Pd». In meglio o in peggio? «Non in meglio.