Renzi non ha una classe dirigente all’altezza. E di Mogherini si muore…

16 Giu 2015 12:25 - di Domenico Labra

La mancanza di una vera classe dirigente e l’impossibilità di scartare all’infinito.  Il problema di Matteo Renzi è tutto qui. È questo quel che può inceppare e che anzi, già sta inceppando il meccanismo fantasmagorico che ha portato il sindachino di Firenze direttamente a Palazzo Chigi senza passare dal voto popolare. Perché hai voglia a preparare le Leopolda, la uno, la due, la tre, e anche la cento se poi la classe dirigente non emerge. Se quelli su cui puoi e vuoi contare non sono all’altezza, sono un po’ approssimativi e magari anche arruffoni un problema ce l’hai, caro il Matteuccio nostro. E questo, come ha dimostrato il voto amministrativo, vale ovunque. Anche perché, dato non trascurabile, hai rottamato o allontanato o lasciato in panchina alcuni che la partita avrebbero potuto ancora giocarla: Prodi, D’Alema, Letta Enrico, Pistelli e tutti quelli che sono stati allontanati o messi da parte perché avrebbero potuto far ombra. Adesso, dopo la tranvata amministrativa, quel che è chiaro è che il romantico Sturm und Drang renziano, l’impeto e l’assalto con il quale il giovanotto è diventato premier, comincia a non tirare più. Perché il famoso motto del Marchese del Grillo ha già stancato la platea. Perché i problemi veri sono rimasti tutti li, intatti. E perché i comprimari che dovevano essere il nerbo, la spina dorsale del renzismo, si sono rivelati semplici e più che modeste comparse. Spesso inutili e dannose. Come quella sorta di ectoplasma politico della signora Mogherini, il cosiddetto ministro degli Esteri dell’Europa che il premier contrabbandò come una sua fulgida vittoria foriera di ogni bene per l’Italia. È vero, già parlarne è come sparare sulla Croce Rossa. Ma ciò non toglie che lei, la Mogherini, è l’esempio lampante della mancanza nel Pd di una vera classe dirigente. È la più inutile ed imbarazzante delle figure messe in campo dal nuovo corso renziano: una che non conta nulla, che in ognuno dei diversi scenari di crisi (Ucraina, Medio Oriente, Iran, emergenza profughi Mediterraneo) brilla per il più totale silenzio o, peggio, per non essere neppure invitata al tavolo delle crisi o delle trattative. Mancanza di autorevolezza, mancanza di peso specifico. Tutta roba che non si compra al supermercato. E che poi, nelle urne, si paga.

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