«Ruspa, ruspa» è il nuovo tormentone. Ed è anche l’incubo politico del Pd
La sinistra gli ha detto di tutto, cambiando le carte in tavola, lasciando intendere che Matteo Salvini volesse usare la ruspa contro la gente. Il tentativo è andato a vuoto, era fin troppo chiaro che cosa volesse dire il leader leghista. E alla fine la parola «ruspa», usata in campagna elettorale per invocare interventi drastici contro i campi rom e ogni tipo di abusivismo, è diventata un marchio di fabbrica. Un vero tormentone che ha sfondato anche sul web. Impegnato in un tour elettorale in vista dei ballottaggi di domenica, Salvini è stato accolto dai dirigenti locali del movimento con le magliette «ruspa in azione», lo stesso slogan indossato dal leader nelle sue numerose ospitate televisive.
Tutti a gridare «ruspa», la sinistra annaspa
A Somma Lombardo, cittadina del Varesotto non distante dall’aeroporto di Malpensa, non era ancora sceso dall’auto che molti sostenitori hanno iniziato ad applaudirlo e a pronunciare (divertiti) la parola: «Arriva la ruspa». Alla fine del comizio, poi, a Salvini è stato chiesto di pronunciarla di persona dal microfono a mo’ di saluto finale, riscuotendo un’ovazione. E sotto il palco un giovane militante, in mezzo a decine di altri con in mano penna e foglio di carta, gli ha portato una ruspa giocattolo da autografare. Anche un bambino in braccio alla madre, con aria scanzonata, ha pronunciato la parola-slogan, ma il genitore gli ha tirato uno scappellotto.
E ora è in programma il viaggio in Nigeria
Un viaggio in Nigeria «entro metà luglio» per affrontare il tema immigrazione. Ad annunciare la visita è stato lo stesso Salvini durante una conferenza stampa con Marine Le Pen al Parlamento Ue. «La Nigeria – ha chiarito a margine della conferenza stampa – è un paese federale enorme dove la cosiddetta guerra c’è solo in due distretti, vogliamo capire come possiamo essere utili per evitare questo esodo di massa, di quanti soldi e di cosa hanno bisogno ore evitare queste partenze». Si tratta di una proposta, ha chiarito Salvini, diretta al «governo e alle regioni che amministriamo: quello che non fa il governo potrebbero farlo le regioni che amministriamo».