Salvini in giacca parla ai giovani di Confindustria: «Corro per vincere»
Niente felpa, ma camicia bianca e giacca. Il leader della Lega, Matteo Salvini, si presenta così alla convention del giovani industriali a Santa Margherita Ligure. Ed esordisce col botto: «Se sono pronto a fare il premier? Siamo qui non per partecipare ma per vincere». Alla platea dei giovani industriali, il leader della Lega, pronuncia un discorso che rappresenta una netta cesura con il passato: «Per me oggi comincia un percorso che vorrei coinvolgesse ognuno di voi. Dal presidente a chi è seduto all’ultima fila. Chi vi parla non va solo ai talk show e non si occupa solo di rom e immigrati. Anzi, posso dire che dal mio punto di vista è in fondo alla scaletta delle urgenze. Vorrei però che mio figlio che ha 12 anni, potesse lavorare se volesse fare impresa qua». E qui c’è il Salvini che non ti aspetti, che sull’economia ha punti di vista rivoluzionari, quasi no-global, rispetto alla vecchia concezione del centrodestra. «Il Trattato di libero scambio con gli Stati Uniti d’America? Dico di no. Sono più gli svantaggi che i vantaggi. Sono più vincoli per noi e più libero mercato per gli altri». Ancora più netto, ma altrettanto chiaro sui rapporti con Bruxelles. «I veri nemici dell’Europa sono gli “eurobamba”. Gli eurofelici a prescindere. Si può almeno mettere in discussione la moneta unica così com’è? Si può discutere di Basilea 3?».
Salvini agli industriali: «Siate più coraggiosi col governo»
Nell’intervento moderato da Enrico Mentana, Salvini interviene con franchezza: «Io non cambio casacca e discorso a seconda del fatto che vado a parlare con gli agricoltori in una stalla o con ragazzi in giacca e cravatta che fanno industria». E ribadisce che «l’Europa è un danno e va ribaltata, la tassazione in Italia sa di strozzinaggio, le sanzioni contro la Russia sono idiozie. Con il 15% di tasse l’Italia potrebbe ripartire». Poi una sorta di appello: «Giusto che la politica faccia la sua parte ma anche le imprese devono farla». «Porto i numeri, statistiche, documenti, paesi che crescono e quelli che che non crescono come l’Italia – ha aggiunto – Spero si faccia squadra, non mi interessa loro chi hanno votato ma ragionare su temi concreti». Poi l’accusa (implicita) di pavidità ai vertici di Confindustria: «Mi sarei aspettato e mi aspetterei da Confindustria che sulle sanzioni contro la Russia ci fossero parole forti, decise, coraggiose e non qualche mormorio, mugugno – ha concluso – perché stiamo perdendo miliardi di euro di fatturato e di posti di lavoro».
Salvini: «Imitiamo il Canada, solo immigrati selezionati»
L’Oscar per la domanda più bizzarra se lo aggiudica il giornalista David Parenzo: «Non pensa che su quei barconi possano arrivare anche degli ingegneri in grado di risolvere i problemi del nostro Paese?» Salvini replica serafico: «Preferirei arrivassero in aereo. Certo possono arrivare anche con il canotto o la mongolfiera, ma non è l’immigrazione che ha fatto la fortuna dell’Australia o che è selezionata in Canada. Se io e lei domani mattina volessimo andare in Canada, ci chiedono come stiamo di salute, quanti soldi abbiamo e che lavoro facciamo. Se il nostro lavoro interessa e se non c’è nessun canadese disposto a farlo, ci chiamano, altrimenti rimaniamo a casa».