Salvini viene allo scoperto: «Sono pronto a guidare il centrodestra»
«La leadership del centrodestra la decide chi vota, ma se gli elettori sono quelli che hanno votato 15 giorni fa, spetta alla Lega». Matteo Salvini non era mai stato così esplicito nel dire che, se si va al voto, «io sono pronto». All’indomani dell’incontro con Silvio Berlusconi, il segretario del Carroccio, dunque, aggiunge un tassello non secondario al dibattito sul futuro del centrodestra, candidandosi alla guida della eventuale nuova aggregazione.
I nuovi rapporti di forza con gli azzurri
«Con “sono pronto” non intendo per Matteo Salvini, ma per la squadra che abbiamo dietro», ha precisato il segretario del Carroccio, intervenendo alla trasmissione di Rai Tre Agorà, dove ha anche ribadito che «io e Berlusconi siamo d’accordo sul 90% dei temi che abbiamo messo sul tavolo». Già nell’intervista a Repubblica dell’altro giorno, Salvini aveva chiarito di avere delle rivendicazioni rispetto agli equilibri interni del futuro centrodestra, ma si era concentrato sulla questione dei programmi. «In questi giorni ho fatto diverse dirette su Radio Padania e tutti si sono detti d’accordo su una cosa: patti chiari amicizia lunga», aveva detto il segretario leghista, sottolineando che «il problema del passato era che la Lega andava al traino di Forza Italia». «Dicevano: se tratti con un partito che è al 30 per cento devi accettare il suo programma», ha ricordato Salvini, aggiungendo che «ora le proporzioni sono cambiate, il nostro elettore dice che i patti sono chiari perché si parte dal nostro programma».
I problemi con Ncd
La questione della leadership, in termini di programmi e ancor di più di nomi, crea però un problema con gli altri soggetti coinvolti nel tentativo di ricompattare la coalizione, Ncd in testa. «Non sia a guida leghista», ha ribadito in queste ore Gaetano Quagliariello, mentre Salvini aveva già smussato gli angoli spiegando che «il mio veto vale per Angelino Alfano», mentre «dentro l’Ncd c’è gente che si sta rendendo conto che sta facendo lo scendiletto di Renzi».