Venezia, il Pd ha paura di non farcela e per il ballottaggio si affida ai vip
Si affida ai vip Felice Casson per cercare di risollevare le sorti della sua candidatura in vista del ballottaggio. Il candidato a sindaco del centrosinistra ha annunciato che, in caso dovesse riuscire a conquistare Ca’ Farsetti, la sua giunta sarebbe coadiuvata da una squadra di nomi noti, che metterebbero «a disposizione le proprie professionalità, di alto profilo, per fare un regalo a Venezia».
Casson ha bisogno di sponsor vip
Di questa squadra di “sponsor” esterni dovrebbero far parte il patron di Diesel, Renzo Rosso, l’economista Francesco Giavazzi, il critico d’arte e assessore alla cultura di Milano ai tempi del leghista Marco Formentini, Philippe Daverio, e la general manager di Uber Italia, Benedetta Arese Lucini. Il colpo di teatro di Casson dà la misura della preoccupazione che attraversa il centrosinistra: arriva all’indomani della chiusura dell’accordo tra il candidato del centrodestra, l’imprenditore, Luigi Brugnaro con la Lega e Fratelli d’Italia.
Brugnaro «dal popolo, per il popolo, con il popolo»
Casson sulla carta parte avvantaggiato, con il 38% dei consensi a fronte del 28,6 di Brugnaro. Ma, a differenza del centrosinistra, al primo turno il centrodestra in città si è presentato spaccato: la Lega ha corso con Gian Angelo Bellati, che ha preso il 12%, e Fratelli d’Italia con la presidente uscente della provincia di Venezia, Francesca Zaccariotto, arrivata a poco meno del 7%. Dunque, benché il ballottaggio sia considerato come una partita tutta nuova, la matematica è ostile a Casson. Ma non c’è solo questo: il Pd arriva a questo voto sull’onda dello scandalo Mose e dell’arresto dell’ex sindaco, Giorgio Orsoni, che ha comportato il commissariamento del Comune. Probabilmente, mettendo in campo un ex magistrato come Casson, il partito sperava di poter acquisire una nuova credibilità e un risultato migliore. Ma la mossa non è bastata e, dunque, ecco i nomi noti esterni al partito. E Brugnaro? «Il patto lo faccio con i cittadini, con la gente di buona volontà, e ce n’è tantissima come mi ha dimostrato questa campagna elettorale», ha spiegato qualche giorno fa il candidato del centrodestra, il quale ha ricevuto l’elogio diretto di Luca Zaia: «Non è rock, ma pop – ha detto il governatore del Veneto – perché è per il popolo, viene dal popolo ed è con il popolo».