Alfano su Mafia Capitale: “Marino ha sottovalutato, ma no allo scioglimento”
La strada è tracciata, la relazione potrebbe arrivare a Palazzo Chigi prima della pausa estiva. Il ministro dell’Interno Angelino Alfano non proporrà lo scioglimento per mafia del comune di Roma, ma nella relazione al governo evidenzierà i «gravissimi episodi» che hanno segnato l’attività della giunta guidata da Ignazio Marino per i rapporti con l’organizzazione guidata da Salvatore Buzzi e Massimo Carminati.
Alfano apre a «una diversa valutazione politica» su cosa fare di Marino
Lo prevede la legge ed è proprio questa la scelta del titolare del Viminale, dopo aver letto il rapporto del prefetto Franco Gabrielli. Lo staff è al lavoro per redigere il documento che nell’intenzione dello stesso Alfano dovrebbe essere calendarizzato nella riunione del Consiglio prevista per il 7 agosto, l’ultima prima della pausa estiva. Nei prossimi giorni ne parlerà con il presidente del Consiglio Matteo Renzi e insieme decideranno tempi e modalità. Finora il confronto tra i due si è limitato a impressioni generali, Alfano sa bene che Renzi ha sempre escluso l’eventualità che la capitale d’Italia possa essere «commissariata» per infiltrazioni criminali. Una visione che condivide, non a caso – fornendo indicazioni ai collaboratori che stanno stilando la relazione – ha più volte usato il termine «ragion di Stato» per far ben comprendere quale deve essere l’approccio alla questione che ormai da mesi tiene la Capitale d’Italia sulle prime pagine dei quotidiani. E ha sottolineato la necessità di far capire bene quale sia il «livello di condizionamento della macchina capitolina». La situazione politica è comunque in evoluzione, i rapporti tra Marino e Renzi hanno fasi alterne, il ministro è convinto che alla fine il «verdetto» debba essere collegiale.
Alfano poterà la decisione sullo sciogliemtno di Roma in Consiglio dei Ministri
Alfano sottolineerà, proprio come ha fatto Gabrielli, la «pesante infiltrazione» nella giunta guidata da Gianni Alemanno e una minore influenza mafiosa dopo l’arrivo di Marino, sia pur spiegando che la situazione rimane comunque «molto grave» soprattutto per quanto riguarda i mancati controlli in alcuni settori fondamentali per il funzionamento della città. Per questo citerà gli episodi elencati dai componenti della commissione – insediata dall’ex prefetto Pecoraro – che invece si sono mostrati in disaccordo rispetto all’attenuazione del pericolo tanto da sollecitare lo scioglimento del Campidoglio ritenendolo «pesantemente condizionato», scrive Fiorenza Sarzanini su “Il Corriere della Sera”.