Brunetta scopre il bluff di Renzi sulle tasse. Dove sono le coperture?
“Al ministero, mi dicono, hanno le mani nei capelli. Renzi soffre di annuncite…”. Renato Brunetta non usa mezze parole per bollare le promesse di tagliare le tasse – dall’Imu all’Irpef, passando per la Tasi e l’Irap – fatta dal premier in piena estate. “Mai un bluff fu così maldestro”, scrive su il Mattinale. “La rivoluzione copernicana” di Matteo Renzi sulle tasse – 45 o 50 miliardi da rimettere nelle tasche degli italiani – non solo non ha scaldato i cuori. Ma determinato reazioni opposte”. “Naturalmente – spiega il capogruppo alla Camera di Forza Italia – siamo i primi a riproporre il tema di una rdiuzione del carico fiscale, quale precondizione per rimettere in moto la stanca macchina dell’economia italiana. Ma proprio perché crediamo in questa prospettiva, siamo contro ogni banalizzazione del problema”.
Brunetta: una impresa trovare le coperture
Secondo l’economista (non è il solo a sollevare il problema) è già difficile trovare nelle enormi pieghe del bilancio italiano non i 120 miliardi, che mancherebbero nel prossimo triennio, ma i 10 che dovrebbero impedire, nel 2016, lo scatto delle clausole di salvaguardia ed il relativo aumento dell’Iva: dal 22 al 24 per cento. Certo, ci si potrebbe affidare ad una eventuale maggiore crescita del Pil. Ma in questo caso, conti alla mano, per coprire i 40 miliardi, che servono ogni anno, ci vorrebbe un tasso di crescita superiore al 5 per cento. Invece, il tasso di crescita attualmente previsto per il prossimo anno è pari all’1,8 per cento del Pil.
Brunetta: Renzi ha problemi di ordine politico
Come si vede, i conti danno torto a Matteo Renzi, annota Brunetta. Eppure, sostiene l’economista di Fi, “l’obiettivo sarebbe abbordabile, in qualche modo, se la prospettiva del taglio delle tasse divenisse elemento centrale ed inderogabile dell’agenda del governo. Mescolando i diversi elementi – spending, maggiore crescita e deroghe da parte della Commissione europea – si arriverebbe ad una cifra che approssima quel risultato. Il problema, conclude Brunetta, è però di ordine politico. Quel che resta del vecchio Pd seguirà Renzi lungo questa strada? Dalle dichiarazione di Bersani e di altri esponenti di rilievo della sinistra si evince la persistenza di vecchie pregiudiziali ideologiche, di quell’intramontabile furore a colpire sempre e comunque la classe media. Conclusione: “Si potrebbe tentare un effetto leva. Ossia dar luogo ad una diversa maggioranza, abbandonando a se stessi gli irriducibili del conflitto di classe. Ma questo implica un coraggio che, almeno al momento, non si vede”.