Charlie Hebdo si arrende all’Islam: mai più caricature del profeta Maometto
Charlie Hebdo rinuncia alla satira su Maometto che aveva contraddistinto la rivista con caricature ai limite del buon gusto nel nome della libertà. Riss non disegnerà più il profeta messo alla gogna su tante copertine. A sei mesi dall’attentato contro la redazione parigina del settimanale satirico, che costò la vita a 12 persone, il direttore, Laurent Sourisseau, annuncia che non vuole più utilizzare la matita contro Maometto. Una improvvisa conversione all’Islam? Probabilmente solo paura.
La resa di Charlie Hebdo
A fine aprile, anche Luz, uno dei vignettisti di punta del giornale decimato dall’odio jihadista (autore della copertina del cosiddetto “numero dei sopravvissuti” il giorno dopo la strage, con la caricatura di Maometto e la scritta Je suis Charlie – Tout est pardonné) aveva annunciato di non voler più raffigurare l’immagine del Profeta. «Non mi interessa più, sono stufo, come sono stufo della caricatura di Sarkozy. Non passerò la mia vita a disegnarlo…».
In cerca di testimoni
Ora è proprio il nuovo direttore Sourisseau, alias Riss, dalle colonne del giornale tedesco Stern ad annunciare di voler farla finita con le caricature di Maometto. «Abbiamo disegnato Maometto per difendere il principio che puoi disegnare ciò che vuoi. È un po’ strano: si aspettano da noi l’esercizio di una libertà d’espressione che nessuno osa più esercitare…Abbiamo fatto il nostro lavoro, abbiamo difeso il diritto alla satira. Ora spetta ad altri prendere il testimone». Una resa? La notizia-choc suona come un ammonimento ai libertari di tutte le latitudini, come a dire, l’Islam non si tocca, con l’Islam non si scherza. L’escalation del terrorismo internazionale sembra aver messo la mordicchia anche al totem dell’irriverenza. Gratta gratta, è il commento de il Foglio, hanno vinto i tagliatori di teste. Non si hanno notizie invece di prese di posizioni di analogo rispetto nei confronti di altri culti. Per per gli amanti dei numeri, vale anche la pena ricordare che Charlie Hebdo in dieci anni ha dedicato all’Islam solamente sette copertine, mentre i “Cristi” presi in giro compaiono in oltre venti numeri della rivista, e un’altra decina di copertine sono state dedicate, si fa per dire, agli ebrei