La destra si rimette in cammino, mettendo da parte rancori e divisioni

1 Lug 2015 8:44 - di Redazione

“Le anime disperse della destra italiana provano a riunirsi, cercando di superare vecchi rancori”, scrive Claudia Terracina su “Il Messaggero”. Gianni Alemanno, motore dell’iniziativa riunificante insieme a Pasquale Viespoli, dice chiaramente che «occorre battere a testate tutti quelli che ci vogliono dividere». E non sono pochi. Al convegno romano manca ad esempio Gianfranco Fini che, intercettato vicino alla Camera dei deputati, spiega di «non voler intervenire direttamente nel dibattito in corso, che deve svilupparsi, speriamo, tra le nuove leve, alle quali faccio i migliori auguri».

Tutte le anime di destra ex AN tornano a confrontarsi

«Ha scelto lui di stare un passo indietro, si è reso conto che la sua esperienza è stata divisiva», è la sentenza di Alemanno. «Dobbiamo diffidare dal benealtrismo – avverte dunque Alemanno – di chi predica che altro ci vorrebbe per riunificarci, e l’impazienza. Bisogna invece avere pazienza e ricominciare a rimettere insieme il nostro popolo, ripartendo dal classico porta a porta». La fretta può essere «una pessima consigliera», sottolinea Silvano Mofla, che, riscoprendosi extraparlamentare, come ai tempi in cui era un rautiano di ferro, spera «in una federazione di movimenti, liste civiche, insomma di quel mondo che si aggrega come può. Ma non affanniamoci a creare un cartello elettorale. Per ora, meglio restare fuori dal Parlamento».

Tanti ex AN sono pronti per tornare in campo

Invito suggestivo, che molti riprendono, anche se giovani come il siciliano Livio Marrocco, o il calabrese Orsomarzo, confessano di essere stanchi di sentirsi «parcheggiati altrove». Già, in tutta Italia chi è di Destra è in attesa di una casa. «Siamo milioni», assicura Salvatore Tatarella. E in molti, da Gennaro Malgieri, a Nania, a Briguglio, a Silvano Moffa, aMenia, riflettono sull’esperienza al governo con il Pdl che considerano «una occasione perduta». Assente La Destra di Francesco Storace, che auspica una ricostruzione «pulita» e «in fretta» mettendo tuttavia in guardia da deriva «correntistiche». I rebus, insomma, restano, a partire dal ruolo di Fratelli D’Italia che quasi tutti, qui, vedono come «interlocutore principale»

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