Dopo i Padri costituenti, arrivano le Madri della Resistenza: Pd senza ritegno

7 Lug 2015 16:39 - di Giacomo Fabi

Dite tutto delle donne del Pd, ma non che manchino di fantasia. Coerenti con lo storico obiettivo di trasferire la teoria gender (ininfluenza del dato biologico sull’orientamento sessuale) nei libri di scuola, hanno scelto la storia come terreno di sperimentazione pretendendo di celebrare la Costituzione non solo come il frutto della Resistenza condotta dai Padri dell’antifascismo, bensì come incarnazione laica del verbo democratico nel seno di istituende Madri costituenti.

L’iniziativa nel 70° anniversario della fine della Resistenza

No, non state su Scherzi a parte. È l’essenza del progetto Rigenerare, ispirato dalla fondazione Nilde Iotti e messo nero su bianco dal gruppo del Pd alla Camera, che a 70 anni dalla Liberazione si prefigge lo scopo di «ridare giustizia al ruolo fondamentale che le donne hanno avuto» nella Resistenza. «Siamo stufe di sentir parlare dell’Italia come di una repubblica di soli padri, è un falso storico», è il grido di battaglia di una pasionaria come Livia Turco. Se non è una rivoluzione, poco ci manca. La storia è piena di protagonisti al femminile: si va da Eva ad Elena di Troia passando per Cleopatra e finendo a Maggie Thatcher. L’elenco è sterminato e non si esaurisce nella politica. Ma mai a nessuno prima d’ora era passato per la mente di farne delle Madri della patria. Indizio certo di un maschilismo su scala globale e duro a morire. Non abbiamo forse dolosamente contrabbandato per ponderosi attributi le ovaie di una Golda Meir o di un’Indira Gandhi solo perché capaci di mettere in riga ministri e generali? Ecco, se l’iniziativa delle “compagne” del Pd fosse merce di esportazione, la storia ne avrebbe già ricavato due Madri, una dello Stato d’Israele e l’altra della Repubblica indiana. Tel Aviv e Nuova Dehli sono pregate di prendere nota in vista di future celebrazioni.

Prove tecniche di applicazione alla storia delle teorie gender

Ma è tutta la storia a dover essere rivista, a cominciare dall’antica Roma. Addio ai solenni e canuti patres conscripti che sedevano in Senato: in nome delle pari solennità (oltre che delle pari opportunità), le future generazioni dovranno ora scovare eventuali matres da celebrare autonomamente sempre che, beninteso, nel frattempo non insorgano gli animalisti pretendendo spazio adeguato anche alle oche del Campidoglio, cui l’Urbe deve eterna gratitudine per aver esse dato l’allarme starnazzando contro il barbaro invasore. Insomma, a ciascuno il suo, secondo giustizia, secondo il merito e secondo il sesso. Resta solo una preoccupazione: non è che per affidare la Repubblica antifascista a un genitore 1 e a un genitore 2, alla fine – storicamente parlando – ci ritroviamo, come italiani, solo ad essere figli di…?       

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