Festa de “l’Unità” blindata: ora il Pd teme le contestazioni a Renzi
Ha tutta l’aria di un duello a distanza con Matteo Renzi il rimpasto che Ignazio Marino ha annunciato e che vorrebbe concludere a stretto giro di posta, prima – in ogni caso – dell’atteso intervento del premier alla festa romana dell’Unità, previsto per la serata di martedì. Un accelerazione che rischia di complicare non poco la serata di Renzi, fermamente intenzionato a non dedicare neppure una parola alla crisi del Campidoglio ed alla spaccatura verticale che ormai segna sia il vertice sia la base del Pd romano, come dimostra anche l’attivismo scatenato dai gruppi nati sul web a sostegno del primo cittadino. Alta tensione, dunque. Tanto da costringere gli addetti alla sicurezza di Palazzo Chigi ad effettuare un sopralluogo sul pratone delle Valli conclusosi con la decisione di spostare il palco all’interno di una zona più piccola e controllabile.
Renzi non vuole Marino alla kermesse
Per quanti sforzi abbia fatto e stia facendo Renzi per non farsi risucchiare dal tormentone politico-amministrativo della Capitale, tutto sembra invece destinato a farcelo precipitare. Il premier vorrebbe puntare tutto sul tema dell’abbassamento delle tasse, tema che ritiene in grado di riverniciargli la facciata di uomo del fare, alquanto lesionata dal vistoso calo elettorale subito alle recenti elezioni regionali e dalle ricorrenti e per nulla domate polemiche interne, ma l’ombra di Marino e i fumi mefitici che esalano da “Mafia Capitale”, inchiesta – va ricordato – che ha colpito soprattutto il Pd, non gli dà tregua.
Tra premier e sindaco duello a distanza sul rimpasto in giunta
Lo scontro con Marino è perciò ora spostato sulla festa romana. Il sindaco vuole chiudere il rimpasto e mettersi in prima fila davanti al premier, che a quel punto non ne potrebbe ignorare la presenza e, soprattutto, l’operato: o lo censura politicamente, condannando il primo cittadino alle dimissioni, o anche attraverso un “bel tacer”, lo ratifica, soprattutto se si considera che solo pochi giorni fa, in tv, a Marino aveva posto un autentico aut-aut:«Se è capace di governare vada avanti, sennò a casa». Ecco, il duello è tutto qui, in questo timing del rimpasto rispetto al discorso di Renzi. Che – sebbene non possa dirlo – ora spera in altre defezioni tra gli assessori, dopo quelle rassegnate dai titolari dei Trasporti, Guido Improta, e del Bilancio, Silvia Scozzese, o nei forti dubbi del vicesindaco in pectore, Marco Causi, indisponibile ad entrare in giunta in una situazione di conflitto con Palazzo Chigi. Male che vada, gli resta sempre la protesta, fissata per il giorno dopo la fine della festa, dagli autisti dell’Atac sotto il Campidoglio.