Grecia, povero Renzi: aggrappato alla Merkel, che neanche lo invita…

6 Lug 2015 15:13 - di Karim Bruno

Dopo il referendum di Atene, Matteo Renzi si arrampica sugli specchi. Si barcamena. Più o meno come ha fatto in queste ultime settimane. Tra il “Si” e il “No”, si è nascosto dietro un “Ni”. D’Alema, sferzante, ne ha colto i riflessi negativi, bruciandolo con una frase al fulmicotone:” Qualche tweet potevamo risparmiarcelo. Non era un derby”. Il Pupo di Firenze, però, è uno che ai tweet non resiste. Sulla Grecia, alla fine, si è schierato nettamente sulle rigide posizioni di Berlino, prono come sempre nel compiacere la Merkel. Ed ora, dopo il successo di Tsipras, deve subire il ritorno in grande stile della minoranza interna al suo partito, e di quella sinistra che il Pd lo ha abbandonato, per andare a farsi fotografare nelle festose piazze ateniesi.

Renzi a colloquio con Padoan

Così, dopo una mattinata trascorsa a colloquio con Padoan, Renzi ci regala la summa del suo fertile pensiero sui destini dell’Europa. “Ricostruire una Europa diversa non sarà facile, dopo ciò che è avvenuto negli ultimi anni – profetizza – Ma questo è il momento giusto per provare a farlo, tutti insieme. L’Italia farà la sua parte”. Come? Questo Renzi non lo dice. Da Parigi , dove la cancelliera tedesca si è recata per incontrare Hollande, evidentemente ancora non gli hanno fatto sapere quali saranno le prossime mosse di questa Europa malata, inconcludente, alle prese con una vicenda che rischia di farla saltare. E allora ecco il Nostro che “scopre” i due “cantieri” su cui lavorare nei prossimi giorni: la Grecia, il “cantiere – ancora più affascinante e complesso, ma non più rinviabile – dell’Europa”.

Renzi e i due “cantieri” europei

Come se ci fosse voluto lo strappo di un referendum per far capire che le due questioni erano fra loro legate e che l’una avrebbe avuto ripercussioni sull’altra.  “Da mesi stiamo insistendo per discutere non solo di austerity e bilanci, ma di crescita, infrastrutture, politiche comuni sulla migrazione, innovazione, ambiente – aggiunge il premier, in vena di prodezze verbali – In una parola: valori, non solo numeri”. Peccato che finora su questi “valori” il governo italiano abbia ricavato meno di niente.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *