India e l’ok all’arbitrato, i pescatori protestano: vogliono la pelle dei marò
Dopo il si all’arbitrato, i «pacifici» pescatori del Kerala tornano a protestare. Contro il governo indiano che ha aderito alla proposta. Contro Massimiliano Latorre, a cui è stata concessa dalla Corte Suprema una proroga di altri sei mesi di permanenza in Italia, dove il militare sta affrontando la convalescenza in seguito all’ischemia cerebrale che lo ha colpito durante la sua permanenza coatta in India; probabilmente anche contro il fatto che i due marò, semplicemente, continuano a respirare. Nonostante tutto… Concessioni fortemente osteggiate soprattutto dal National Fishworkers Forum…
Si all’arbitrato, pescatori del Kerala in protesta
Dunque, a poche ore di distanza dall’ok all’arbitrato; dopo le ultime decisioni emanate dalla Corte Suprema di New Delhi, i sindacati dei pescatori tornano a scatenarsi: per la seconda volta, dopo quel famoso febbraio 2014 quando i pescatori del Kerala scesero in piazza a Trivandrum contro la decisione del ministero dell’Interno indiano di perseguire Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sulla base della legge antiterrorismo e antipirateria (Sua a sAct), escludendo però la possibilità di applicazione della pena di morte. Come ieri, allora, probabilmente anche oggi, evidentemente, i pescatori del Kerala – a nome della categorie in cui rientravano le due vittime dell’incidente avvenuto a largo delle coste indiane ormai oltre tre anni fa – tornano a chiedere la pelle dei due marò… Attacchi ininterrotti, quelli dei pescatori contro il loro governo centrale, contro le autorità locali, contro le decisioni ministeriali indiane, contro l’esecutivo e le forze armate italiani, insomma contro tutto e tutti, proseguiti anche dopo che l’Italia del governo Monti – aprendo a pericolosi precedenti – versò ai familiari dei due pescatori morti ben 150.000 euro: una cifra particolarmente generosa, specie se confrontata con il reddito medio dell’India.
Le reazioni all’arbitrato sui media locali
Dunque, la presa d’atto che la vicenda dei Fucilieri di Marina italiani bloccati in India da oltre 40 mesi si avvia verso un arbitrato internazionale, destabilizza l’India, pescatori soprattutto, e non, e caratterizza la copertura dei media indiani, mentre fra i principali quotidiani in inglese in edicola, solo The Hindu apre al tema la prima pagina con un breve servizio. È ampia la copertura interna sull’udienza dei giorni scorsi in Corte Suprema di The Indian Express, per esempio, che sceglie come lead la comunicazione dell’adesione all’arbitrato avviato dall’Italia presso la Corte permanente (Cpa) dell’Aja da parte del rappresentante del governo indiano, l’additional sollicitor general P.S. Narasimha. Sempre The Hindu, invece, registra le critiche formulate alla decisione della Corte di estendere di altri sei mesi la permanenza in Italia di Massimiliano Latorre da parte del National Fishworkers Forum (Nff). Al riguardo, il segretario nazionale dell’organismo, T. Peter, ha rilevato che «l’apatia da parte dei successivi governi indiani ha creato incertezza per quando si tratta di far avere giustizia alla comunità dei pescatori». Una stoccata arrivata a stretto giro dall’aver sottolineato che il governo del premier Narendra Modi (Bjp) non si comporta diversamente da quello precedente del Congresso di Sonia Gandhi, Peter ha annunciato che la questione sarà trattata fra il 14 ed il 19 luglio in occasione del World Forum of Fisher People che si svolgerà a Pondichery. A buon intenditor…