Intercettazione Crocetta, i giornalisti dell’Espresso non rispondono ai pm

28 Lug 2015 14:19 - di Redazione

I giornalisti dell’Espresso Piero Messina e Maurizio Zoppi sono stati sentiti domenica sera dalla Procura di Palermo a due settimane dalla presunta intercettazione tra il governatore siciliano Rosario Crocetta e il suo medico, Matteo Tutino. La Procura di Palermo, che dopo la pubblicazione su L’Espresso della notizia della conversazione shock tra il politico e il suo medico di fiducia, ha più volte smentito l’esistenza della telefonata in cui Tutino avrebbe augurato all’ex assessore alla Salute Lucia Borsellino di saltare in aria come il padre, ha iscritto nel registro degli indagati i due giornalisti palermitani, autori del pezzo. Entrambi hanno ricevuto un avviso di garanzia in cui si ipotizza il reato di diffusione di notizia falsa. Per Messina c’è anche la contestazione più grave di calunnia. Avrebbe indicato la fonte della rivelazione in un investigatore che, però, avrebbe smentito tutto.

I reporter dell’Espresso smentiti da 4 Procure siciliane

I due cronisti, al cui fianco si è schierato il settimanale l’Espresso che, nonostante le dichiarazioni del capo dei pm Francesco Lo Voi, ha ribadito l’esistenza dell’intercettazione, sono stati interrogati domenica in Procura. Nel pomeriggio si sono presentati, insieme all’avvocato Fabio Bognanni, al palazzo di giustizia. Entrambi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, davanti al procuratore e all’aggiunto Leonardo Agueci. L’esistenza dell’intercettazione, che ha suscitato una serie di polemiche e interventi istituzionali, è stata smentita dalla Procura di Palermo e anche da quelle di Catania, Caltanissetta e Messina. Sulla questione anche il consiglio dell’Ordine dei giornalisti della Sicilia ha avviato una indagine conoscitiva. «Siamo in presenza di un’azione altamente criminale commessa con il mezzo della comunicazione di massa in danno ad un uomo innocente che è stato lapidato mediaticamente». Questo il commento degli avvocati Giovanna e Daniele Livreri, difensori del medico Matteo Tutino, primario di chirurgia plastica all’ospedale Villa Sofia, agli arresti domiciliari per truffa ai danni del servizio sanitario, dopo la notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati dei due giornalisti. Da Vulcano, intanto, dove sta trascorrendo le vacanze, Crocetta ha ribadito l’inesistenza della telefonata: «Non hanno nessuna registrazione. – ha detto – Quello che hanno fatto a me è terribile».

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