Libia, quattro italiani rapiti. Gentiloni: «Difficile fare ipotesi» (Video)

20 Lug 2015 10:29 - di Viola Longo

È al lavoro l’intelligence per capire la natura del rapimento dei 4 italiani, dipendenti della società di costruzioni Bonatti, sequestrati a Mellitah, in Libia, nei pressi del compound dell’Eni. A spiegarlo è stato il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, chiarendo che «è sempre difficile dopo poche ore capire natura e responsabili».

Gli 007 al lavoro in Libia

«Stiamo lavorando con l’intelligence», ha chiarito Gentiloni, sottolineando che in quella zona «ci sono dei precedenti e dobbiamo concentrarci per ottenere informazioni sul terreno». Sul caso è stata immediatamente attivata l’unità di crisi della Farnesina, in contatto costante sia con le famiglie dei sequestrati sia con la ditta Bonatti spa, un general contractor internazionale che ha sede a Parma e che offre servizi di ingegneria, costruzione, gestione e manutenzione impianti per l’industria dell’energia.

Mellitah nel mirino dell’Isis

Ciò che è certo è che la zona di Mellitah già da qualche tempo era stata segnalata dagli 007 italiani e da quelli libici come una delle più a rischio per attacchi dell’Isis, che in un video aveva mostrato le immagini degli impianti Eni sovrastate da una bandiera del Califfato. Inoltre, in seguito alla chiusura dell’ambasciata d’Italia in Libia, il 15 febbraio, la Farnesina aveva segnalato la situazione di estrema difficoltà del Paese invitando tutti i connazionali a lasciare la Libia.

 

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