Libia, si profila l’ennesimo fallimento Onu: le parti respingono il piano
Mentre la Libia è precipitata nella guerra civile, uno dei suoi parlamenti, che non controllano più nulla, rifiuta i piani delle Nazioni Unite: il Congresso nazionale generale (Gnc), il Parlamento di Tripoli, ha infatti bocciato il piano di pace proposto dalle Nazioni Unite e ha chiesto subito nuovi colloqui. Lo riferiscono i media locali. Il Parlamento di Tripoli «è pronto a ritornare ai negoziati se le sue richieste riguardanti la partecipazione al governo (di unità nazionale, ndr) e l’elaborazione delle leggi saranno soddisfatte», hanno aggiunto fonti libiche ben informate. Tripoli aveva deciso nei giorni scorsi di non partecipare ai negoziati a Skhirat, in Marocco mediati dall’inviato dell’Onu per la Libia Bernardino Leon, in contrasto con il governo di Tobruk, riconosciuto internazionalmente che invece vi aveva partecipato. A sostenere il potere politico a Tripoli è Fajr Libya (Alba della Libia), una coalizione di milizie islamiche. Lo stallo nei negoziati potrebbe portare ad una maggiore instabilità nel Paese mentre l’Isis avanza nell’area di Sirte. Questo Congresso nazionale generale ha precisato – in una nota – che «è necessario continuare il dialogo per arrivare a una soluzione consensuale che miri a realizzare la stabilità e la sicurezza» nel Paese, sottolineando la necessità che «il piano venga approvato dalle due parti senza diktat o pressioni».
Onu impotente di fronte alla lotta tra le fazioni libiche
Tripoli ha poi precisato che nei giorni scorsi la sua delegazione in missione in Marocco era rientrata a Tripoli per consultazioni sugli emendamenti da apportare all’accordo. Tripoli ha poi aggiunto che parteciperà ai colloqui quando sarà fissato un nuovo tavolo negoziale per discutere delle modifiche da apportare al piano di pace Onu. «È necessario fissare delle norme e dei criteri per un vero dialogo che permetta di discutere sui vari punti di vista e giungere a delle concessioni, per una soluzione che miri all’interesse supremo della patria», qualunque cosa significhi. Intanto si apprende che almeno dieci civili sono rimasti uccisi nella regione di Bou Hadima a Bengasi. Lo ha reso noto Khalil Qwidar, responsabile stampa del centro medico della città libica. I sette civili, tra cui 4 membri della stessa famiglia, sono stati colpiti da un razzo mentre uscivano dalla moschea dopo la preghiera e altri 3 da colpi di arma da fuoco. Lunedì scorso due soldati della polizia militare hanno perso la vita in scontri con le forze della Shura dei rivoluzionari di Bengasi, jihadisti che combattono l’esercito di Tobruk.