Marò, l’India ci prende regolarmente in giro: un altro rinvio dell’udienza
Nuovo rinvio, nuova beffa, nuova figuraccia internazionale. È stata spostata al prossimo 4 agosto l’udienza nella Corte suprema di New Delhi in cui si deve esaminare il ricorso dei fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sull’utilizzazione della polizia antiterrorismo Nia nell’incidente in mare del febbraio 2012 che li coinvolge nella morte di due pescatori indiani. È quanto emerge dall’agenda della stessa Corte consultabile in internet. L’udienza, già fissata per il 28 aprile, era stata rinviata prima al 7 e poi al 14 luglio, e ora di nuovo al 4 agosto.
I marò restano in ostaggio
Non sono note le ragioni che hanno spinto la Corte suprema a disporre questo nuovo rinvio dell’esame del ricorso che riguarda, oltre alla richiesta di esclusione della Nia dal processo, anche le questione della giurisdizione sul caso. È possibile che ciò possa comunque essere messo in relazione con la decisione presa dall’Italia, come annunciato in un comunicato della Farnesina, di attivare un arbitrato internazionale “a conclusione della necessaria fase negoziale diretta con l’India e nell’impossibilita’ di intervenire ad una soluzione della controversia”. Si deve ricordare che il 15 luglio scade il permesso di tre mesi concesso dalla Corte Suprema a Latorre per restare in Italia al fine di sottoporsi a terapie per riprendersi dall’ictus subito il 31 agosto 2014. Dato che le condizioni del Fuciliere richiedono il proseguimento di queste terapie, ci si attende che in settimana i suoi legali presentino ai giudici del massimo tribunale indiano un’istanza per l’ottenimento del rinnovo del permesso di residenza in Italia. Esiste però anche una seconda ipotesi, evocata nel recente comunicato della Fanesina, e cioé che l’Italia chieda alla Corte permanente di arbitrato (Cpa) “l’applicazione di misure che consentano la permanenza di Latorre in Italia e i rientro in Patria di Girone”.