Migranti, Europa scandalosa: solo 35.000 profughi da Italia e Grecia
Migranti, i Paesi dell’Europa fanno i furbi e disattendono gli impegni. Già la quota di 40.000 ricollocamenti di profughi dall’Italia e dalla Grecia era un monumento all’egoismo. Ora siamo allo scandalo. L’accordo raggiunto tra i 28 è ben al di sotto dell’obiettivo: saranno infatti intorno ai 35.000 i ricollocamenti dei migranti bisognosi di protezione internazionale e non i 40mila previsti dal piano della Commissione. È quanto si apprende da fonti diplomatiche europee. Tra sei mesi si rifarà il punto della situazione. In totale, tra reinsediamenti e ricollocamenti, si arrivererebbe un po’ sotto i 55mila. La disponibilità maggiore di alcuni paesi sui reinsediamenti, circa 4mila in più rispetto ai 20mila previsti, è stata, spiegano altre fonti diplomatiche, riorientata sui ricollocamenti che erano fermi ai 30mila. I paesi Ue rifaranno però il punto della situazione tra sei mesi per vedere se sarà possibile raggiungere comunque l’obiettivo iniziale di 40mila ricollocamenti di migranti da Italia e Grecia. Insomma, oltre al danno c’è anche la beffa. E Renzi, Alfano e tutta la compagine di governo che faranno? Rimarranno in silenzio dopo questo ennesimo schiaffo all’Italia?
“Purtroppo i flussi migratori ora hanno preso di mira solo 5-10 paesi, ma per 20 su 28 stati membri sono affari solo degli degli altri e questo atteggiamento è qualcosa che dobbiamo cambiare” nell’Ue. Così il sottosegretario di stato tedesco agli affari interni Emily Haber al suo arrivo alla riunione dei 28. Belle parole, ma che sono subito smentite dagli altri colleghi europei, a partire dal rappresentante austriaco. “Non ci sono le condizioni perché l’Austria accolga parte dei 40mila migranti di Grecia e Italia da ricollocare, in quanto sia Atene che Roma si trovano di fronte a una pressione migratoria paragonabile a quella austriaca e non registrano i migranti”. Questa la perentoria affermazione del ministro austriaco dell’interno Johanna Mikl-Leitner. “Paesi più sovraccarichi dell’Austria e che si assumono le loro responsabilità: non vedo queste condizioni né per l’Italia né per la Grecia”. Stessa chiusura da parte della Lettonia. “Molti paesi non hanno ancora annunciato i loro numeri”, ha detto il ministro Rihards Kozlovskis. Ma di cosa hanno parlato a Bruxelles?