“Moschea” a Torino, Alfano contro la Lega. E la procura apre un fascicolo

29 Lug 2015 14:59 - di Eleonora Guerra
moschea torino

Potrebbero essere accusati di violazione della legge Mancino i due consiglieri comunali della Lega a Torino che l’altro giorno hanno rimosso da una sala del Muncipio un tappeto per la preghiera messo a disposizione dei partecipanti musulmani al Forum della moda islamica.

La procura di Torino ha aperto un fascicolo

La Procura di Torino ha aperto un fascicolo che per ora è senza indagati e senza ipotesi di reato. Secondo alcune indiscrezioni trapelate da fonti vicine alla Procura, però, non è affatto escluso che per Fabrizio Ricca e Roberto Carbonero possa arrivare una incriminazione per violazione della Mancino, «che sanziona e condanna gesti, azioni e slogan legati all’ideologia nazifascista e aventi per scopo l’incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali». I due saranno sentiti presto dalla Digos, cui la procura ha affidato da subito «accertamenti urgenti» per verificare l’eventuale rilevanza penale della vicenda.

 Alfano: «Da stupidi impedire la preghiera»

Intanto, proseguono le polemiche politiche che hanno visto anche l’intervento del ministro dell’Interno Angelino Alfano. «Non è pensabile che si impedisca di pregare o si mettano in atto gesti provocatori che possono scatenare reazioni», ha detto il titolare del Viminale, secondo il quale coloro che pregano «non sono nemici ed è da stupidi, oltre che da irresponsabili, pensarlo». «Rifiutiamo ogni forma di violenza e abbiamo il dovere di rispettare la Costituzione, che prevede la libertà di culto», ha aggiunto quindi aggiunto Alfano.

L’arcivescovo di Torino: «Sia concesso a tutti di pregare in Comune»

E sulla vicenda ha detto la sua anche l’arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, con un intervento su la Voce del Popolo di cui sono stati anticipati alcuni passaggi. «Ci auguriamo che la scelta, da parte dell’amministrazione comunale di Torino, di concedere una sala per la preghiera ad alcuni fedeli musulmani sia il segno del superamento di quel blocco ideologico che separa laicità e vita di fede», ha spiegato Nosiglia, aggiungendo che «siamo certi che questa scelta verrà confermata anche quando altre comunità religiose riconosciute in Italia – cattolica, ortodossa e protestante, ebraica, buddista o induista… – chiederanno legittimamente di usufruire dello stesso trattamento, in occasione di qualche incontro sia in Comune come in altre sedi istituzionali o laiche».

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