Non ditelo a Scalfari: l’inviato di Repubblica via dal volo del Papa
«Il Vaticano “sanziona” Repubblica perché l’Espresso ha anticipato l’Enciclica del Papa. Vendetta trasversale…». Il commento su Twitter di Giovanni Valentini, già direttore dell’Espresso e collaboratore storico dei giornali del gruppo di Carlo De Benedetti arriva dopo la decisione della Santa Sede di non ospitare sul volo da Roma a Cuba l’inviato di Repubblica, Marco Ansaldo. «La ragione ufficiale – fanno sapere da Repubblica – comunicata ieri per lettera da Padre Federico Lombardi, capo della sala stampa, è l’eccesso di richieste per il volo papale, con la necessità di una “selezione drastica e dolorosa”. Ma a questa spiegazione tecnica nella stessa giornata di ieri e per la stessa firma si è sovrapposta un’altra spiegazione tutta politica: oltre al criterio restrittivo, nel caso di Repubblica «ha inciso in modo determinante – scrive Lombardi ad Ansaldo – anche l’intenzione di applicare una “sanzione” per la pubblicazione dell’Enciclica da parte dell’Espresso (con link sul sito di Repubblica ) che fa parte del Gruppo, cosicché la non ammissione in questo caso ci sarebbe stata comunque».
Quando il Papa disse «Leggo solo Repubblica…»
Non mancano i commenti sarcastici sui Social network. Ma come, commentano alcuni navigatori, non era il Papa quello a dire di leggere solo Repubblica? Quella dichiarazione era stata poi corretta informalmente dalla stessa Santa Sede: Bergoglio avrebbe confuso il giornale diretto da Ezio Mauro con il quotidiano che il vescovo di Roma sostiene di leggere tutti i giorni: Il Messaggero. Bersaglio delle ironie anche il fondatore del quotidiano, Eugenio Scalfari, autodefinitosi interlocutore privilegiato del pontefice dopo l’intervista-conversazione con il papa argentino. Resta, tuttavia, il peccato originale risalente alla scelta di Sandro Magister, vaticanista dell’Espresso di pubblicare in anteprima l’enciclica di Papa Francesco Laudato si’. Quella pubblicazione, era scritto nella lettera di sospensione inviata a Magister dal direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, aveva rappresentato «una iniziativa scorretta, fonte di forte disagio per moltissimi colleghi giornalisti e di grave turbamento del buon servizio di questa sala stampa». Talmente scorretta da meritare non una semplice deprecazione ma addirittura una sospensione a tempo indeterminato. Ora la sanzione arriva anche per l’inviato di Repubblica. Dio perdona, il Vaticano no.