Obama a sorpresa apre a Putin: «Mosca ci ha aiutati con l’Iran»
Stabilito finalmente che il nucleare iraniano non minaccia la pace, cosa che Teheran sostiene da anni, c’è soddisfazione nel mondo per l’accordo raggiunto a Vienna. E tra i “fan” di Teheran più insospettabili c’è proprio la Casa Bianca, per la quale fino a ieri il regime iraniano era “terrorista”. Le cose cambiano, soprattutto quando si ha bisogno di qualcuno per sostenere la lotta contro il terrorismo inarrestabile dei fondamentalisti islamici. Ma c’è anche un altra conseguenza di questo accordo, che potrebbe davvero cambiare il corso della politica estera dell’Occidente, per chiarire la quale è sceso in campo il presidente americano in prima persona: «La Russia è stata d’aiuto», ha detto infatti Barack Obama, sul ruolo di Mosca al tavolo dei negoziati sul nucleare iraniano. «Devo essere onesto, non ne ero sicuro considerate le differenze sull’Ucraina», ha detto Obama al New York Times, aggiungendo di essere rimasto sorpreso da Vladimir Putin. «Putin e il governo russo hanno in questo caso distinto gli ambiti in un modo che mi ha sorpreso», ha spiegato Obama, «e non avremmo raggiunto questo accordo se non fosse stato per la volontà della Russia di rimanere con noi e con gli altri partner del 5+1 nell’insistere per un accordo solido». Obama si è detto anche incoraggiato dal fatto che Putin lo abbia chiamato un paio di settimane fa iniziando la conversazione parlando della delicata situazione in Siria e del futuro del governo di Assad. L’Unione europea si è subito adeguata: per la Commissione europea infatti «è importante che il processo venga completato, dal voto del Congresso Usa alle decisioni interne all’Iran, alla risoluzione Onu», ha detto il vicepresidente dell’esecutivo Ue, Maros Sefcovic, sull’accordo raggiunto con l’Iran. «Si tratta di un grande successo diplomatico, importante per la pace globale e per la regione, che apre la porta a grandi opportunità economiche». ha aggiunto Sefcovic.
Obama ha bisogno sempre più di alleati per fronteggiare l’Isis
E c’è da dire che Obama questo accordo lo ha voluto fermamente, malgrado l’opposizione del suo alleato di sempre, Israele: «Sono critiche sbagliate quelle che puntano il dito contro l’accordo sul nucleare iraniano per non arrivare ad eliminare interamente l’infrastruttura per l’arricchimento», aveva detto poche ore fa il presidente Usa. «Quello che abbiamo ottenuto – ha sottolineato Obama – è tagliare ogni strada all’Iran verso lo sviluppo dell’atomica. La ragione per cui siamo stati in grado di compattare la comunità mondiale rispetto al regime di sanzioni più efficace mai applicato, che ha colpito l’economia iraniana al punto da portare l’Iran al tavolo dei negoziati, era che il mondo era d’accordo con noi che sarebbe stato un grande pericolo per la regione, per i nostri alleati, per il mondo, se l’Iran avesse posseduto l’atomica. Non avevamo quel tipo di consenso globale sulla nozione che l’Iran non possa avere alcun programma nucleare del tutto». Il presidente Usa ha quindi ribadito che l’intero meccanismo previsto dall’accordo però «non è basato su un meccanismo verificabile». E intanto la diplomazia statunitense si è attivata per placare i timori degli israeliani. In un’intervista alla radio militare l’ambasciatore Usa in Israele Dan Shapiro ha definito «dissensi ragionevoli fra alleati» le dichiarazioni di segno opposto giunte martedì dal presidente Usa Barack Obama e dal premier israeliano Benyamin Netanyahu. Shapiro ha sostenuto che l’accordo appare migliore di ogni altra alternativa e ha fatto notare che comunque le sanzioni internazionali all’Iran non avrebbero potuto resistere a lungo, senza le trattative e l’accordo. Già oggi, ha aggiunto, «l’Iran dispone di uranio arrichito sufficiente a 5-6 ordigni nucleari». In virtù dell’accordo gli resterà invece una quantità molto ridotta, insufficiente anche alla produzione di una singola bomba atomica. Shapiro ha poi confermato che la settimana prossima giungerà in Israele il segretario alla Difesa Ashton Carter: «Una missione che conferma – ha detto – il nostro impegno a garantire la sicurezza di Israele». Secondo la stampa, Carter discuterà con i dirigenti israeliani un ”pacchetto” concreto di aiuti militari.