Cassazione, il Pg chiede che Bossetti e Buoninconti restino in cella

7 Lug 2015 18:13 - di Ginevra Sorrentino

In Cassazione ci sarà spazio per il dubbio? No, almeno per il pg della suprema Corte, Giuseppe Corasaniti, che davanti ai giudici della Prima sezione penale, chiamati a decidere sull’istanza di carcerazione avanzata dai difensori di Massimo Bossetti e di Michele Buoninconti, ha sostenuto che entrambi gli imputati devono rimanere in cella. Dunque, stessa richiesta di conferma della custodia cautelare sia per l’operaio lombardo che per il marito piemontese, accusati rispettivamente, il primo dell’omicidio della piccola Yara, e il secondo del delitto e dell’occultamento del cadavere della povera moglie, Elena Ceste. Diverse, però, le motivazioni: il pg, infatti, durante la camera di consiglio, ha sollecitato per il muratore di Mapello il rigetto del ricorso sostenendo l’esistenza concreta del rischio di reiterazione del reato, mentre nel caso del marito della casalinga di Costigliole d’Asti, rivolgendosi ai giudici della Prima sezione penale chiamati a decidere se accogliere o meno il ricorso presentato dalla difesa contro l’ordinanza con cui il Tribunale del Riesame di Torino, il 16 febbraio scorso, confermò il carcere per l’imputato, ha parlato di «pericolosità sociale» dell’uomo.

Cassazione, atteso il “doppio” verdetto

C’è attesa, insomma, per il doppio pronunciamento della Suprema corte sui due casi giudiziari. Quello della tredicenne di Brembate e della casalinga di Costigliole d’Asti, sono infatti gli episodi di cronaca nera che maggiormente hanno appassionato l’opinione pubblica, complice una super-esposizione mediatica dei protagonisti (e purtroppo) anche delle povere vittime. Fatto sta che in queste ultime ore sono in molti ad attendere il verdetto sulla permanenza in cella – o meno – degli uomini accusati da due diverse procure, di aver brutalmente messo fine a due giovani vite. Dunque, la difesa di Bossetti ha deciso di ricorrere in Cassazione contro l’ordinanza del Riesame di Brescia che, il 10 marzo scorso, ha confermato il “no” del gip di Bergamo alla richiesta di revoca della misura cautelare in carcere. Ma in opposione alla richiesta di scarcerazione dell’imputato avanzata dai suoi legali, il sostituto procuratore generale della Cassazione Giuseppe Corasaniti nella sua requisitoria davanti alla I Sezione penale della Suprema Corte ha sostenuto che l’operaio di Mapello accusato di aver ucciso la tredicenne Yara Gambirasio – la ragazzina tredicenne di Brembate, scomparsa il 26 novembre 2010 e il cui corpo sarebbe stato ritrovato solo il 26 febbraio 2011 – deve rimanere in carcere perché «esiste ancora il rischio di reiterazione del reato». Esattamente come, sempre lo stesso sostituto pg della Cassazione, ha chiesto la conferma della custodia in carcere per Michele Buoninconti, accusato dell’omicidio della moglie comparsa a Costigliole d’Asti il 24 gennaio 2014, e trovata morta nove mesi dopo, il 18 ottobre, sulla riva di un canale non lontano dalla sua abitazione. A motivare la richiesta del pg, in questo caso, la persistenza della «pericolosità sociale» dell’imputato.

Perché Bossetti dovrebbe restare in carcere

E sono due: a rendere nota la nuova richiesta di un Pg di «rigetto» del ricorso della difesa di Bossetti è stato l’avvocato Claudio Salvagni. Ad avviso del Pg Corasaniti, secondo quanto ha riferito Salvagni, Bossetti «è ancora pericoloso». Il rischio di reiterazione del reato è lo stesso in base al quale, lo scorso 25 febbraio, la Cassazione aveva già detto «no» alla prima richiesta di scarcerazione di Bossetti presentata alla Suprema Corte. L’avvocato Salvagni ha inoltre spiegato che questa nuova istanza è stata presentata perché all’udienza del 25 febbraio «non era stata valutata la questione del dna mitocondriale». La prossima udienza, per Bossetti, innanzi alla Corte d’Assise di Bergamo, è fissata per il 17 luglio.

Perché Buoninconti dovrebbe rimanere in cella

A proposito del caso di Elena Ceste, invece, a riferire della richiesta del pg è stata l’avvocatessa Maria Antonella Nardone, che, d’ufficio, ha difeso Buoninconti in Cassazione. «Secondo la difesa – ha detto – non c’è il rischio di reiterazione, dal momento che il movente dell’omicidio è stato individuato nella crisi coniugale». Inoltre, «l’incensuratezza di Buoninconti può consentire gli arresti domiciliari in base alla recente legge che prevede questa misura per chi non ha precedenti gravi».  Intanto, Buoninconti è detenuto nel carcere di Asti. I quattro figli minori «sono stati affidati ai nonni materni e, dunque – ha sostenuto la Nardone – non c’è il rischio di condizionamento con concessione dei domiciliari». Buoninconti è sotto processo ad Asti: la sentenza di primo grado arriverà probabilmente in autunno. Anche in questo caso, allora, come per quello di Bossetti, almeno la decisione della Cassazione arriverà nelle prossime ore.

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