Renzi attacca i giustizialisti: «Le Camere non sono i passacarte delle procure»
“Non siamo dei passacarte della procura di Trani“. Lo dice il premier Matteo Renzi in conferenza stampa a Palazzo Chigi, parlando del voto sull’arresto di Azzollini. “Avendo grande rispetto della Costituzione, diciamo che rispettare la magistratura è rispettare le competenze dei giudici e anche degli altri”. “Il capogruppo Pd ha visto le carte su Azzollini: si è convinto che sia una vicenda molto complicata su cui il fumus persecutionis potrebbe esserci e ha lasciato libertà di coscienza. Io non so dire come avrei votato perché non ho letto le carte. Ma considero il voto un segno di maturità, credo alla buona fede e all’intelligenza dei senatori Pd”. Come al solito, Renzi parla a nuora perché suocera intenda. In questo caso, le “suocere” sarebbero la Serrecchiani e tutte le anime belle del Pd che si sono fatti trascinare dai Cinque stelle e che si sono battute il petto dopo il no all’arresto di Azzollini.
È probabile però che questa sortita di Renzi non servirà a calmare le acque dentro il partito del Nazareno, con la minoranza in stato di agitazione anche sul fronte Rai. “Una parte del Pd – dice Renzi con la solita strafottenza– ha voluto dare un messaggio politico approfittando delle assenze” sulla riforma della Rai “ma nostro obiettivo non è dare messaggi ma cambiare il Paese. Quel messaggio non ci preoccupa”. Sulla riforma Rai, in particolare, annuncia: “Vedremo se e come correggere alla Camera il testo”. E sul rinnovo dei vertici dice: “Il 5 agosto il governo presenterà la sua proposta per presidente e direttore generale” della Rai, con i criteri “dell’autorevolezza e della competenza, perché il rapporto tra politica e Rai deve essere ‘alla Bbc’, di assoluta indipendenza”. Per il premier comunque il temporali sono sempre più frequenti. La bella stagione dell’ex-rottamatore è comunque finita. Il vento è cambiato. Ed è contrario.