Sanità, tagli a visite ed esami: il centrodestra promette «barricate»
Il centrodestra promette «barricate» contro i tagli alla sanità che sono stati annunciati dal commissario alla revisione della spesa del governo Renzi, Yoram Gutgeld, e che dovrebbero servire a reperire i dieci miliardi che mancano per le coperture della prossima legge di Stabilità.
La chiamata di Zaia alla rivolta
In particolare, è il governatore del Veneto Luca Zaia a guidare la rivolta, che ha già visto scendere in campo i sindacati e le diverse associazioni del settore. «Renzi vuole tagliare la sanità? Se non vuole uccidere le realtà virtuose come il Veneto, lo faccia esclusivamente e rigorosamente applicando i costi standard», ha detto Zaia, chiarendo che «è semplicemente scandaloso farlo attraverso qualsiasi altro mezzo». Zaia ha parlato dei tagli come di «mezzi iniqui, per altro, usati anche nell’ultimo taglio di 2,5 miliardi di euro di 20 giorni fa che ha visto tutte le regioni, quelle virtuose e quelle sprecone, trattate allo stesso modo e il voto contrario di Veneto, Lombardia e Liguria». «Si abbia il coraggio di applicare i costi standard che sono pronti dal novembre 2011 e che furono definiti dall’allora governo di centrodestra, e si commissari subito chi non li rispetta», ha proseguito Zaia, annunciando che altrimenti «saranno barricate».
I tagli alla sanità
Le misure anticipate da Gutgeld sono inserite in un pacchetto di emendamenti al decreto “omnibus” sugli enti locali, che è in discussione al Senato e sul quale non è esclusa la fiducia per accelerarne l’iter verso la Camera. Per il 2015 si parla di 2,3 miliardi di tagli, da reiterare poi anche nel 2016 e nel 2017. Si va dalla rinegoziazione dei contratti di acquisto di beni e servizi alle controverse sforbiciate alle prestazioni specialistiche ai ricoveri, che finiranno per colpire direttamente il servizio ai cittadini. In particolare, a creare allarme è il tema delle prestazioni specialistiche definite «non appropriate»: dalle visite agli esami strumentali e di laboratorio. Il ministero stilerà una lista delle prestazioni “mutuabili” e tutto ciò che resterà escluso dovrà essere pagato dai cittadini. Previste anche sanzioni economiche per quei medici che dovessero compilare “ricette rosse” che il ministero giudica inutili. Per quanto riguarda i ricoveri, poi, è previsto tra l’altro lo stop a quelli in case di cura convenzionate che hanno meno di 40 posti.
La preoccupazione degli operatori
«Le promesse di Renzi sull’Imu le pagheranno le categorie più deboli con i tagli alla sanità: una vergogna», ha commentato il segretario nazionale dell’Ugl Sanità, Daniela Ballico, mentre la sua omologa della Cgil Rosanna Dettori, ha sottolineato che «le ricette non sono assolutamente nuove. C’è preoccupazione: dovendo trovare 35 miliardi per il taglio delle tasse si fanno le solite scelte, si va sulla sanità e sugli enti locali che però sono già al collasso». È stato poi il presidente di Assobiomedica, l’associazione che riunisce i produttori di dispositivi medici, Luigi Boggio, a sottolineare che «già il settore è sottofinanziato, con un parco tecnologico ed edilizio obsoleto, che ha bisogno di investimenti. Se anche l’efficientamento non viene reinvestito tra 5 anni che tipo di servizi potremo erogare? La spesa sanitaria è sotto controllo, anche grazie al nostro settore, nel 2013 è addirittura diminuita, è qella dello Stato che galoppa».