Sanità, Zaia si ribella ai tagli della Lorenzin. Tutti gli altri si adeguano
«Intesa raggiunta con le regioni per la ripartizione dei tagli al fondo salute»: lo ha annunciato il ministro della Sanità, Beatrice Lorenzin al termine della Conferenza Stato-Regioni. «L’intesa ci permetterà di compensare il mancato incremento sul fondo senza stravolgere l’impianto del patto della salute», ha spiegato il ministro. L’ammontare dei tagli su cui è stato trovato l’accordo è pari a 2,35 miliardi di euro. «L’impianto dell’intesa – ha spiegato Lorenzin – è importante perché non consentirà uno stravolgimento delle leve (capitoli di spesa, ndr), che andranno ad operare, a differenza del passato, quando si attuavano tagli lineari». Unica Regione a chiamarsi fuori, il Veneto del governatore Luca Zaia. «La posizione del Veneto non è cambiata. Eravamo, siamo, e saremo contrari ad ogni tipo di taglio alla sanità che non vada prima di tutto a colpire gli sprechi dove ci sono. A verbale della Conferenza dei Presidenti delle Regioni il voto del Veneto è negativo». Lo riferisce l’assessore veneto alla sanità, Luca Coletto, oggi presente a Roma a rappresentare la Regione alla riunione della Conferenza dei Presidenti, incentrata sull’intesa da dare ai tagli alla sanità.
Tagli alla Sanità, la Liguria di Toti si adegua
«Abbiamo ottenuto un paio di migliorie all’impianto complessivo – prosegue Coletto – ma queste sono assolutamente insufficienti per farci cambiare posizione». «Di conseguenza – aggiunge – il Veneto non ha partecipato alla Conferenza Stato-Regioni nella quale è stata formalizzata l’intesa». «Eravamo, siamo e rimaniamo sulle barricate – conclude Coletto – anche perché questa accelerazione, che arriva guarda caso dopo una potentissima frenata effettuata in attesa delle elezioni, la dice lunga sulla credibilità di un Governo che era di tagliatori prima del 31 maggio e tale rimane dopo”. Sul riparto del taglio al fondo Sanità «meglio trovare un accordo piuttosto che lasciar gestire tutto al governo, il quale inevitabilmente lo farebbe in maniera autocratica». Con questa dichiarazione il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, a margine dei lavori della Conferenza delle Regioni ha argomentato il sì anche della Regione amministrata da poche settimane dal centrodestra.