Serrata agli scavi: Pompei nel caos. Franceschini biasima, ma poi che fa?

24 Lug 2015 15:18 - di Valeria Gelsi
pompei

Mattinata di caos e disagi a Pompei, dove gli scavi sono rimasti chiusi a causa di un’assemblea sindacale di Fp Cisl, Filp e Unsa, senza che turisti e tour operator fossero stati avvertiti e senza neanche l’affissione di cartelli di avviso alle biglietterie. Davanti ai cancelli chiusi, dove si era assiepata una folla di circa duemila persone, si sono registrati anche momenti di tensione.

L’intervento del soprintendente

Per riportare la situazione alla normalità, dopo oltre un’ora e mezza di assemblea, è servito l’intervento diretto del soprintendente di Pompei, Ercolano e Stabia, Massimo Osanna, che ha parlato di un «colpo basso» e di un «comportamento irrispettoso» e poi ha personalmente aperto i cancelli, avviando una contrattazione estemporanea con i funzionari dei suoi uffici. L’esito della trattativa è stato che i dipendenti della soprintendenza lavoreranno a costi inferiori rispetto alle maestranze della Scabec, la società in house della Regione Campania, cui sarebbero state affidate le aperture straordinarie notturne. «Facciamo una “protesta al contrario”, anziché restare chiusi lavoreremo di più e pagati di meno. Vediamo se così il Mibact ci darà ascolto», ha detto il rappresentante sindacale aziendale della Cisl, Antonio Pepe.

Il “caso Pompei” infiamma la politica

Il caso ha provocato diverse reazioni politiche. Di «danno incalcolabile» ha parlato il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, aggiungendo che «chi fa così, fa del male ai sindacati, ai diritti dei lavoratori e soprattutto fa del male al proprio Paese». Il presidente del gruppo misto e componente della commissione cultura alla Camera, Pino Pisicchio, invece ha fatto sapere che chiederà «una commissione d’indagine parlamentare sulla tenuta e sul funzionamento dei beni culturali nel nostro Paese, affinché chi deve venga a spiegare al parlamento i suoi comportamenti». «Anziché averne cura lo maltrattiamo #sveglia», ha scritto poi su Twitter la deputata e responsabile comunicazione di Forza Italia, Deborah Bergamini, sottolineando che «si fa un gran parlare del turismo come “carburante della ripresa”, ma se ne parla e basta». «Il governo si limita a osservare ciò che accade, come un semplice spettatore», ha aggiunto Bergamini, mentre il senatore azzurro Francesco Giro ha puntato l’indice contro una «sindacatocrazia che sta uccidendo l’Italia».

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