Tsipras chiede aiuto al fondo salva-Stati. Ma la Ue prepara la Grexit

8 Lug 2015 14:56 - di Redazione

“Il dibattito di oggi doveva essere fatto molto tempo fa, perché non riguarda solo il futuro della Grecia, ma anche l’eurozona. Questa discussione non può svolgersi a porte chiuse, perché è una discussione politica su che direzione prendere. Ma per 5 mesi i negoziati sono stati a porte chiuse”, così il premier greco Alexis Tsipras nel suo intervento all’Europarlamento, dopo il dibattito in aula.
“Se avessi voluto trascinare la Grecia fuori dall’euro non avrei fatto le dichiarazioni che ho fatto dopo il referendum, io non ho un piano segreto per l’uscita dall’euro e vi sto parlando davvero con il cuore in mano”, ha aggiunto.”Io chiedo un taglio del debito per poter essere in grado di restituire i soldi: ricordo che il momento di massima solidarietà nella Ue è stato nel 1953 quando venne tagliato il 60% del debito tedesco, dopo la Guerra”. La risposta di Alexis Tsipras alle critiche di Manfred Weber non si è fatta attendere. Ed è stata saluta, ancora una volta, dagli applausi di una parte dell’Aula del Parlamento di Strasburgo.

Appello di Tsipras per un taglio del debito

La vivace seduta si è poi chiusa con l’intervento finale del presidente dell’Europarlamento, Donald Tusk, che ha detto: “La procedura dell’ultima chance è iniziata. Dijsselbloem ha ricevuto la richiesta finale della Grecia. Spero sia un buon segno”.  “Oggi c’è bisogno di unità perché è indispensabile per prendere decisioni” sulla Grecia altrimenti, ha aggiunto,  “tra quattro giorni ci sveglieremo in un’Europa diversa”. Un monito, quello del presidente Ue Donald Tusk, che sembra presagire il peggio. Proprio mentre calava il sipario sull’aula di Strasburgo, arrivava la notizia di una Commissione europea al lavoro per il piano Grexit. Un lavoro, ha detto il portavoce del presidente della Commissione Jean Claude Juncker, che si sta svolgendo “in collaborazione con le altre istituzioni, perché è indispensabile prepararsi al peggio quando le scadenze passano una dopo l’altra”.

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