Tsipras si piega: arriva un piano “lacrime e sangue” da 12 miliardi
Se non è una resa alla Troika, poco ci manca. Addio alle baby pensioni e al tanto difeso sconto Iva per le isole, aumento delle tasse sul lusso e sugli armatori, tagli alla difesa e obiettivi di bilancio da rivedere con le istituzioni. Il piano di riforme offerto dal Governo greco ai creditori è arrivato a Bruxelles, è simile all’ultima offerta di Juncker, vi sono concessioni importanti, ma alcuni punti potrebbero ancora non piacere all’ex Troika. La manovra lacrime e sangue, da 12 miliardi, la Grecia, chiede in cambio ai creditori 53,5 miliardi per onorare prestiti fino a giugno del 2018 e chiede anche di rivedere l’obiettivo primario di un surplus per i prossimi 4 anni.
Il piano di Tsipras
Vengono fissati a 1,2,3, e 3,5 nel 2015, 2016, 2017 e 2018, ma una postilla spiega che saranno rivisti assieme alle istituzioni, alla luce dei recenti sviluppi economici. L’aumento Iva passa e darà un gettito dell’1% del pil all’anno, includerà nell’aliquota standard del 23% ristoranti e catering, una ridotta del 13% si applicherà a cibo, energia, alberghi e acqua, e una super-ridotta al 6% a farmaci, libri e teatro. Si elimina lo sconto per le isole entro il 2016, partendo da quelle a reddito più elevato e turistiche, ed escludendo quelle più remote. Abolite le agevolazioni sulla benzina per gli agricoltori e i trattamenti fiscali “preferenziali” ad agricoltori e armatori. Aumento della tassa sulle imprese dal 26% al 28%, con un anticipo di pagamento del 100% sui loro profitti. Aumento del contributo di solidarietà e revisione della tassa sulle proprietà dopo l’aggiustamento del valore catastale, aumento della tassa di lusso dal 10% al 13% retroattiva al 2014. Tagli alla difesa di 100 milioni di euro nel 2015 e 200 milioni nel 2016. Introduzione della tassa sugli spazi pubblicitari in tv. Novità anche sul fronte delle pensioni: via quelle anticipate, creando forti disincentivi e penalità. Progressivo innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni entro il 2022. Abbandono progressivo del contributo di solidarietà alle pensioni più povere (Ekas) entro il 2019. Aumento del contributo sanitario per pensionati dal 4% al 6% ed esteso a quelle supplementari. Sul fronte del lavoro, nuova legislazione su contrattazione collettiva entro fine 2015, ma da decidere con le istituzioni dell’ex Troika.