Turchia, telefonata Erdogan-Obama apre base Nato a coalizione anti Isis

23 Lug 2015 15:12 - di Redazione

Da inizio agosto la base aerea Nato di Incirlik, nella provincia meridionale turca di Adana, sarà aperta alla coalizione a guida Usa contro l’Isis. Lo sostengono media turchi, secondo cui dopo mesi di richieste il via libera di Ankara è arrivato dopo un colloquio ieri tra il presidente americano Barack Obama e il suo omologo turco Recep Tayyip Erdogan. I due avrebbero affrontato il tema in una telefonata di condoglianze fatta da Obama per la strage jihadista di Suruc, al confine con la Siria, in cui sono morte 32 persone. Ankara avrebbe acconsentito all’uso della base e del suo spazio aereo per i Paesi coinvolti nella campagna militare contro l’Isis. L’accordo concluso ieri sarebbe stato messo a punto durante il summit bilaterale di Ankara del 7 e 8 luglio. Finora la Turchia aveva negato l’impiego della base strategica di Incirlik per i bombardamenti della coalizione internazionale anti-Isis, sostenendo che avrebbe cambiato idea solo in caso di creazione di una zona cuscinetto supportata da una no-fly zone nel nord della Siria. Un accordo con gli Usa per rafforzare le misure di contrasto ai gruppi jihadisti è stato confermato anche dal vicepremier turco Bulent Arinc, senza però specificarne il contenuto. Da rilevale inoltre che la Turchia ha fermato quest’anno quasi 600 sospetti militanti dell’Isis, di cui 102 sono stati arrestati. Lo ha detto il vicepremier turco Bulent Arinc. Finora, i cittadini turchi che si sono uniti ai jihadisti, inclusi quelli uccisi, sarebbero tra 1.000 e 1.300. Secondo i dati forniti dall’intelligence di Ankara, il totale dei ‘foreign fighters’ che combattono per l’Isis in Siria e Iraq è di circa 24mila, su un esercito stimato di 70mila miliziani al massimo. La lista nera dei sospetti aspiranti ‘foreign fighters’ a cui la Turchia vieta l’ingresso nel suo territorio per evitare che si uniscano all’Isis in Siria e Iraq è stata aggiornata a 16mila nomi da 108 Paesi, metà dei quali provenienti da Medio Oriente e Nord Africa e un quarto da Europa e Nord America. Sono inoltre 1.600 gli stranieri di 83 Paesi espulsi dalla Turchia per sospetti legami con organizzazioni terroristiche.

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