Twitter, vincono Brunetta con “stai sereno Matteo” (in greco) e Civati con #Rentsi
Vince per ironia Renato Brunetta ma la vittoria del “no” in Grecia ha scatenato la guerra dei tweet in Italia e all’estero. Primo fra tutti c’è quello del ministro greco Yanis Varoufakis che ha annunciato le sue dimissioni direttamente dal suo profilo Twitter. Ma è soprattutto in Italia che c’è stata la corsa ai tweed. Ce ne sono di ironici, come quello di Renato Brunetta che ha inviato un messaggio in greco a Renzi: «Μείνε ήρεμος», ovvero «Stai sereno» o quello di Beppe Grillo: «Ad Atene ho incontrato Temistocle». O quello ancora di Giuseppe Civati: «E così dopo una settimana di parole dure per Tsipras e per la Grecia, va ora in onda il nuovo Rentsi, con “ts”. Fico». Oppure ci sono i tweet forti come quello di Giorgia Meloni: «Quello dei greci è un voto eroico: uno schiaffo alla Merkel e alla gestione Ue. Diranno che è populismo, ma è solo ribellione alla schiavitù». La Meloni ha ritwittato anche un messaggio di Marine Le Pen: «Belle et grande leçon de démocratie que ce NON grec. Les peuples sont de retour ! #Greferendum MLP».
Guerra dei tweet, non solo Brunetta
Matteo Salvini ha scritto: «Sì a nuova Europa fondata sul rispetto, dei popoli. Renzi non se ne rende conto? Ruspa anche per lui! La Lega c’è. #Salvini#Grecia». Roberto Maroni, dal canto suo, sul suo account Twitter con tre tweet consecutivi ha esultato: «Il merito della vittoria è del #popolo greco, io festeggio la vittoria della #democrazia contro #EuropadeiBanchieri». Poi c’è quello di Giovanni Toti, presidente della regione Liguria: «Euro, è il momento della serietà. Ora la Grecia sia responsabile, l’Europa sia flessibile».
La sinistra antieuropeistasi scatena
E ci sono quelli della sinistra antieuropeista, come quello di Nichi Vendola: «Il no del popolo #Grecia è un colpo formidabile alla religione #austerity. Perdono Troika, la sig.ra Merkel e Renzi». O ancora quello di Stefano Fassina, che ha lasciato il Pd ed è pronto a creare un nuovo partito: «In Grecia vince la speranza: no a Memorandum di depressione economica e sudditanza politica. Cambiare radicalmente rotta del Titanic Europa». E dal governo sono subito arrivati passi indietro. Ha scritto il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni: «Ora è giusto ricominciare a cercare un’intesa. Ma dal labirinto greco non si esce con un’Europa debole e senza crescita».