Bagnasco dice no alle unioni civili, “Non sono uguali alle famiglie”

23 Ago 2015 8:50 - di Redazione

«Applicare gli stessi diritti della famiglia ad altri tipi di relazione è voler trattare allo stesso modo realtà diverse: è un criterio scorretto anche logicamente e, quindi, un’omologazione impropria». Il presidente dei vescovi italiani, il cardinale Angelo Bagnasco, in un’intervista al Corriere della Sera, boccia le unioni civili: no ad una legge ad hoc.

«Le unioni civili? Famiglia è papa, mamma, bambini. Scorretto applicare gli stessi diritti ad altre relazioni»

Il cardinal Angelo Bagnasco, presidente della Cei, affronta le polemiche sui rapporti Cei-politica e sull’immigrazione e chiude sulle unioni civili. Eminenza, in questi giorni si è parlato molto di immigrati: lei ha accusato l’Onu di non avere un ruolo attivo… «Ho fatto riferimento all’Onu, il massimo organismo di incontro politico-economico, non per depistare l’attenzione verso responsabili lontani e indistinti, ma perché il fenomeno con cui siamo chiamati a confrontarci è mondiale: è come se il Sud del pianeta, costretto da circostanze ormai insopportabili, vedesse l’Occidente come l’unica sponda rimasta.

I poveri del mondo non sono più disposti a vivere in condizioni disumane.

E la tragedia di gente che muore dentro a una stiva, in una valigia, cacciata in mare è talmente grave e complessa che non può essere risolta ne da un singolo Paese e neppure dall’Europa che, comunque, deve fare molto di più. La sede è a livello mondiale, perché si tratta di accogliere e anche di dare possibilità di futuro, tenendo conto dei contesti. Nel contempo, è urgente da una parte aiutare i Paesi di provenienza e, dall’altra, perseguire con rigore scafisti e altri oscuri decisori che speculano sulla pelle dei disperati».

Bagnasco prende le distanze dallo stile polemico di Galantino

«Vedo un notevole impegno delle prefetture, che cercano di comporre le giuste esigenze di chi accoglie e di chi è accolto. E qui si inserisce l’impegno della Chiesa: per esemplificare, soltanto a Genova c’è una rete di quaranta centri di ascolto parrocchiali aperti indistintamente a tutti e attualmente sono ospitati 400 immigrati. Come presidente della Cei posso testimoniare che si tratta di un’esperienza comune pressoché in tutte le diocesi, grazie a quel cuore misericordioso delle nostre comunità, tanto sollecitato da papa Francesco». La Cei è al centro di numerose e infuocate polemiche. Qual è oggi il vero rapporto tra la Conferenza episcopale e il mondo politico italiano? «Le polemiche non fanno mai bene a nessuno: esasperano gli animi e deformano la realtà. »

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