Ecco il buco nero delle partecipate: conti in rosso in otto Regioni

23 Ago 2015 9:17 - di Redazione

Servizi scarsi, spesso inadeguatì e inefficienti, ma in compenso tariffe sempre più esose. Dalla raccolta a giorni aitemi dei rifiuti alle buche killer, alle fogne scoppiate, dai parcheggi introvabili ai trasporti stracolmi, l’Italia – salvo eccezioni, naturalmente – certamente non brilla per i servizi pubblici locali. Eppure ai cittadini costano sempre di più.

Con le Partecipate più costi, più tasse e meno servizi

Negli ultimi tré anni, tra giugno 2012 e giugno 2015 – denuncia Confartigianato che ha elaborato una serie di dati della banca Siquel della Corte dei Conti – le tariffe sono aumentate in media del 9,9%. Oltre cinque volte l’inflazione, cresciuta invece nel periodo solo dell’l,7%. Un’impennata di costi per le tasche dei cittadini ancora più evidente se si restringe il periodo di osservazione agli ultimi due anni: le tariffe sono schizzate del 6,2% contro un aumento dell’inflazione di appena lo 0,5%. E nemmeno a dire che l’impennata dei costì sia servita per avere i bilanci in ordine.

A livello locale c’è una giungla in rosso che grava sulle tasche dei contribuenti

Nella giungla delle partecipate – si legge su “Il Messaggero” – a livello locale totalmente controllate da enti pubblici – sono 1.782, secondo i calcoli di Confartigianato – moltissime sono quelle indebitate, con tanto personale e scarsa produttività. Sono 8 le regioni con i conti delle partecipate in profondo rosso. In cima alla lista c’è il Lazio con uno squilibrio tra utili e perdite di 27,6 milioni di euro (32 milioni di perdite e solo 4,4 milioni di utili). Seguono a ruota Umbria (32,8 milioni di perdite e 6,4 di utili) e Campania (perdite per 24,4 milioni e utili per 4,6).

Per il pubblico non valgono le regole di efficienza: tanto pagano i cittadini

Ecco perché, come afferma il segretario generale di Confartigianato Cesare Fumagalli, il mercato dei servizi pubblici locali necessita «di una robusta cura di efficienza perché «le regole di una sana gestione il prenditoriale non possono valere solo per i privati».

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