ENI scopre il più grande giacimento di gas nel Mediterraneo: è in Egitto

31 Ago 2015 8:38 - di Redazione

Eni realizza la maggiore scoperta di idrocarburi del Mediterraneo, e la seconda della sua storia dopo quella del 2012 nel mar mozambicano. Sempre gas, ma stavolta il ritrovamento avviene nel cortile di casa dell’azienda: l’Egitto, dove Eni opera da sessantenni. Un paese più che maturo dal punto di vista esplorativo; ma l’adozione di nuove tecnologie e la scelta di scavare un particolare tipo di rocce quella che sedimentano dai carbonati marini-ha permesso agli italiani di riuscire dove altri avevano fallito.

Il ritrovamento di gas in Egitto è una buona notizia per la più grande azienda italiana

Presto, tra il 2016 e il 2017 stimano gli addetti ai lavori, il gas rinvenuto poco al largo delle coste di Porto Said nel pozzo “Zohr IX” farà la gioia del nuovo Egitto di Al-Sisi, garantendone le forniture per un ventennio; e darà fiato ai conti e al morale dell’Eni, messi alla prova dal crollo dei prezzi petroliferi, dimezzati in un anno e ai minimi da sei.

ENI respira dopo le difficoltà dovute al prezzo basso del petrolio

La scoperta è una colonna di metano alta 630 metri, per 100 chilometri quadrati e a 1,5 di profondità, con potenziali risorse fino a 850 miliardi di metri cubi di gas ( 5,5 miliardi di barili di olio equivalente ). Ma le prime proiezioni potrebbero essere per difetto, anche perché Zohr «presenta un potenziale a maggiore profondità, che sarà investi- gato in futuro», riporta una nota. «E’ un giorno davvero importante per la società e le persone di Eni – ha dichiarato l’ad Gaudio Descalzi -. Il risultato conferma le nostre competenze e capacità di innovazione tecnologica con immediata applicazione operativa, e dimostra soprattutto lo spirito di forte collaborazione tra tutte le componenti aziendali». Eni da qualche anno si è specializzata in una strategia di ricerca sparagnina ma efficace: solo idrocarburi convenzionali, solo zone ben conosciute, solo progetti di facile sviluppo e rapida commercializzazione. Così negli ultimi 7 anni Eni ha scoperto 10 miliardi di barili di risorse, 300 milioni nel solo 2015, si legge su “La Repubblica”.

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