Giletti: io candidato con Berlusconi? Per ora no, ma in futuro mi piacerebbe

18 Ago 2015 10:33 - di Antonio Marras

«Sì, mi hanno chiamato. Ma ho detto no, per ora…». Non fa nomi, Massimo Giletti, ma si capisce che quel diavolo tentatore è Silvio Berlusconi, che gli avrebbe proposto di correre per il centrodestra alle Comunali di Torino. «Ammetto di essere una persona alla continua ricerca, assillato dai dubbi, aperto a nuove sfide. Ho detto di no perché non mi sento pronto. Nel futuro però, non lo escludo. Anche perché, nel ruolo di sindaco si può fare ancora molto, è una bella esperienza. Ma per ora la politica la faccio come conduttore», ha detto in un’intervista a “Libero” il popolare conduttore.

Giletti e quella lite col Cav

Il punto di svolta, secondo Giletti, fu proprio quella lite in tv col Cavaliere, nel 2012. «Pochi sanno quello che ci siamo detti dopo l’intervista. A volte proprio dopo le interviste più forti, più rocambolesche e teatrali, hai rispetto per l’avversario. E riconosci la sua professionalità. Così ha fatto Berlusconi. Io ho dimostrato di non essere servo del potere. In quell’occasione il Cavaliere aveva portato un cartello per raccontare tutto ciò che aveva fatto nei suoi governi. Beh, me lo sono fatto autografare. Lui il suo lavoro l’ha fatto bene. Però non mi schiero. Tra l’altro, anni fa, il centrosinistra mi aveva cercato. Durante la mia carriera non sono mai stato attaccato per aver preso posizioni contro quella o quell’altra parte politica. E nemmeno a favore».

Il flirt con la Moretti

Non manca la domanda sulla love story con l’esponente del Pd Alessandra Moretti, che Massimo Giletti difende: «Il suo grande pregio è quello di essersi fatta da sola. Di essere arrivata dov’è solo grazie alle sue capacità e con tanto studio. Come difetto, direi che è molto diretta, una caratteristica che può metterti in difficoltà, tanto che alcune dichiarazioni possono essere ma interpretate e strumentalizzate. Dovrebbe imparare a fingere di più, ma so che non lo farà». Infine la leccatina ai nuovi vertici Rai, Maggioni e Dell’Orto: «Conoscono la materia, e nel caso della Rai, che fa televisione e non tombini di ferro, è indispensabile. Quello che chiedo ai nuovi vertici è che premino la meritocrazia»
La lite in tv tra Berlusconi e Giletti

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