Isis in Libia rischio immanente per l’Italia. Allarme dai vertici della Difesa

5 Ago 2015 17:15 - di Redazione

“La crescente presenza dell’Isis in Libia rappresenta il rischio più immanente, non solo per la capacità di destabilizzare ulteriormente il Paese, ma anche per il pericolo di ‘effetto domino’ tra i Paesi vicini (Egitto, Tunisia, Algeria, Chad e Niger su tutti) e, soprattutto, data la prossimità alle coste italiane ed europee, per l’espansione degli effetti, diretti ed indiretti, della minaccia terroristica transnazionale”. Lo ha detto il capo di Stato maggiore della Difesa, Claudio Graziano, in una audizione davanti alla Commissione Difesa della Camera.

Libia,trovato il corpo martoriato del giudice rapito dall’Isis

Intanto testimoni oculari e fonti giudiziarie libiche hanno reso noto che è stato trovato oggi, a circa 20 km a sud di Sirte, il corpo del giudice Mohamed Salem el Namly, rapito il 26 luglio dall’Isis. Le stesse fonti hanno aggiunto – ad un sito di informazione locale – che il giudice aveva indosso una tuta arancione e che il cadavere presenta segni di tortura. Il giudice, originario di Zintan lavorava presso il tribunale di Al Khums, 100 km a est di Tripoli. Il corpo è stato trasportato a Misurata. La notizia del ritrovamento del corpo martoriato del giudice è arrivata in concomitanza con la pubblicazione sul giornale egiziano El Watan di una intervista del comandante generale delle forze armate legate a Tobruk, Khalifa Haftar. ” Cacceremo  l’Isis da Derna, Sirte e Ajdabiya”, promette il generale il quale assicura che le tribù e le forze armate “sono unite di fronte al nemico, al terrorismo sanguinario e alle milizie terroriste”.

Segnali di intesa tra Mosca e Washington nella lotta all’Isis

Primi segnali di intesa tra Mosca e Washington sulla necessita’ di unire i propri sforzi nella lotta all’Isis, anche se “per ora” manca ancora “un approccio comune” sulla questione. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov subito dopo un incontro con il segretario di Stato Usa, John Kerry, a Kuala Lumpur.”Siamo tutti d’accordo sul fatto che l’Isis è una minaccia comune e un male comune – ha affermato Lavrov, citato dall’agenzia Interfax -. Occorre unire gli sforzi nella lotta a questo fenomeno e bisogna farlo al più presto e nel modo più efficace, ma per ora non abbiamo un approccio comune su come fare concretamente, in particolare – ha precisato il ministro degli Esteri russo – tenendo in considerazione le differenze tra i diversi attori mondiali, incluse le unità armate dell’opposizione siriana”.

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