L’Europa invasa da un esercito di disperati: è una nuova guerra?

30 Ago 2015 8:29 - di Redazione

“Lampedusa era il luogo dove l’Italia ha scoperto resistenza di Laura Boldrini, funzionaria dell’Onu per i rifugiati. Una donna giovane, bella, con i modi della dama altera, che incitava ad accogliere tutti gli sbarchi. A me sembrava aggressiva e parolaia. Mi ricordava una maestra elementare severa, che ammoniva di non essere egoisti e inospitali. Credo che la signora Boldrini si sia guadagnata allora la presidenza della Camera dei deputati. Dopo la ragazza dell’Oriti, arrivò a Lampedusa papa Bergoglio. Era l’inizio dell’ottobre 2013”, ricorda Giampaolo Pansa su “Libero”. C’era appena stata una tragedia del mare, come la definiva una burocrazia inefficiente e menefreghista. Più di trecento migranti, stipati su un’imbarcazione malmessa, carne da macello per quei venditori di schiavi che sono gli scafisti, morirono annegati. Bergoglio fece quello che fanno i pontefici: si commosse, pregò, parlò, gettò in acqua una corona di fiori e ripara. Si offerse di ospitare qualche profugo in Vaticano? Mistero.

La presenza del Papa a Lampedusa risultò un involontario spot a favore dell’accoglienza italiana.

Come se Bergoglio avesse detto: migranti, venite pure in Italia perché nessuno vi respingerà. Un intelligente giornalista tedesco, che lavora qui da anni come corrispondente, disse alla tivù di Sky che la presenza del Papa a Lampedusa sarebbe stata “il magnete” che avrebbe attirato in casa nostra un numero sempre più grande di disperati, pronti a tutto per sbarcare in Europa. Attraverso l’ingresso più facile e generoso. Due settimane dopo il viaggio di Bergoglio a Lampedusa, il 13 ottobre 2013 il governo Letta varò l’Operazione Mare Nostrum. Affidata alla Marina militare, ha salvato la vita di moltissime persone: donne, uomini, bambini. Come sempre, i nostri marinai, dai comandanti all’ultimo degli equipaggi, sono stati esemplari e continuano a esserlo. E poi? Già, poi le cose andarono com’era fatale che andassero.

Solo in Libia ci sono almeno seicentomila migranti pronti a partire per l’Italia.

L’afflusso di migranti non si è affatto spento. Anche per questo motivo il profugo viene respinto. Basta andare all’ingresso di un supermercato. E osservare decine di clandestini che pretendono da tutti di cedergli il carrello, per poter incassare l’euro pagato come deposito. È una scheggia minima di quanto sta avvenendo in tanti paesi europei. Soprattutto dopo l’apertura del corridoio balcanico, stracolmo di profughi dalla Siria. Forse è vero che questo inferno è il prologo di una terza guerra mondiale. L’Europa è un potere già sconfitto. Le misure di polizia e i muri servono soltanto a esasperare gli animi. Guardate che cosa accade alla Gran Bretagne e all’Ungheria. I movimenti di estrema destra crescono dappertutto. Molte popolazioni rifiutano di accogliere i migranti. Con gli inglesi e gli ungheresi, dicono di no Austria, Spagna, Polonia, Slovenia, Slovacchia, i paesi Baltici. Quanto accade Italia è soltanto un piccolo anticipo di quello che avverrà. È una scheggia di quanto sta avvenendo in tanti Paesi chi la rifiuta. La verità è che un mondo di disperati ucciderà l’Europa. E di conseguenza anche noi. L’altro giorno un amico mi ha chiesto: «Che cosa accadrà a queste migliaia di persone quando arriverà l’inverno, con Ð gelo e con la neve?». Non ho saputo rispondergli.

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