Furia Isis, decapitato e appeso a una colonna l’ex capo del sito di Palmira

19 Ago 2015 13:08 - di Augusta Cesari

Nuovo orrore dell’Isis, che decapita sulla pubblica piazza Khaled al Asaad, 82 anni, uno dei massimi esperti siriani di antichità ed ex direttore del sito archeologico locale. Aveva dedicato tutta la sua vita agli studi e a Palmira ed è stato decapitato proprio lì. Un’esecuzione vera e propria da parte dei tagliatori di trste dell’Isis, alla quale hanno assistito decine di persone. La notizia terrificante è stata riferita dall’ong Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus).

Palmira, l’anziano archeologo ha pagato con la vita il silenzio

A dare per primo la notizia della decapitazione di Al Asaad era stato il direttore delle Antichità e dei musei siriani, Maamoun Abdulkarim, parlando con l’agenzia governativa Sana. Asaad ha quindi raccontato che successivamente il corpo dell’anziano archeologo è stato portato al sito dell’antica Palmira, dove è stato appeso a una colonna romana. Abdulkarim ha sostenuto che l’Isis aveva arrestato un mese fa Al Asaad e da allora lo aveva interrogato nella speranza di avere informazioni su dove fossero stati eventualmente nascosti reperti romani del sito prima dell’occupazione dello Stato islamico, avvenuta in maggio. Il suo silenzio su dove avesse nascosto il materiale archeologico lo ha inevitabilmente condannato a morte dai terroristi islamici dell’Isis. Khaled al Asaad era stato direttore del sito archeologico di Palmira per 40 anni, fino al 2003. Dopo il pensionamento, ha riferito la Sana, aveva continuato a lavorare come esperto per il Dipartimento dei musei e delle antichità. Era stato autore di diversi libri e testi scientifici anche in collaborazione con colleghi stranieri.

Il suo corpo è stato «appeso ad una delle colonne più antiche del centro della città» dichiarata Patrimonio dell’umanità dall’Unesco e finita sotto il controllo dell’Isis lo scorso maggio. Asaad era riuscito a salvare centinaia di antiche statue dalla furia iconoclasta dell’Isis nascondendole in un luogo sicuro.

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