Marino resta a spassarsela ai Caraibi: salterà anche il Cdm di giovedì su Roma
Si ne sono accorti anche i grandi giornali di quello che noi, nel nostro piccolo, avevamo scritto fino a ieri e già da qualche giorno: in piena bufera Casamonica, il sindaco di Roma Ignazio Marino si trova in vacanza oltre l’Atlantico, tra i Caraibi e il Texas, ma soprattutto non vuole tornare, a quanto pare troppo preso dai bagni nei mari tropicali e dall’impegno gravoso di una biografia prematura. Perfino Francesco Merlo, oggi, sul quotidiano La Repubblica, usa parole che neanche Salvini o la Meloni avrebbero usato contro il primo cittadino: «È così irrilevante che ormaia nche le sue dimissioni sarebbero insignifocanti». Ma Repubblica svela anche una questione non di forma ma di sostanza: il 27 agosto il Consiglio dei ministri discuterà del caso Roma e Marino, per quella data, non sarà rientrato. Per il Messaggero sarebbe già pronto un commissariamento vero e proprio. “Il modello finale sarà una sorta di commissariamento del comune che, pur evitando lo scioglimento per mafia, di fatto limiterà su molti settori i poteri del sindaco e più in generale quelli della politica locale. Oltre ad azzerare i dipartimenti coinvolti nell’inchiesta della procura di Roma (Verde pubblico, Patrimonio, casa, politiche sociali) il comune sarà costretto a concordare con la prefettura i regolamenti sull’affidamento dei lavori, a scrivere un albo per i lavori e i servizi, a fare un monitoraggio sulla centrale unica degli acquisti e a rivedere i contratti con le municipalizzate, compresa l’Ama”. Ma basterà?
Non solo Marino, c’è anche Sabella…
Roma acefala, Rona abbandonata, Roma allo sbando. Perché anche l’assessore alla Legalità non ne vuol proprio sapere di tornare dalle ferie: «Non capisco perché sarei dovuto rientrare prima dalle ferie per un banale funerale cafone». Così, in un’intervista a Repubblica, Alfonso Sabella. «Per fortuna non mi pare ci sia stata una sparatoria o una strage. Quella cerimonia ha dimostrato un fatto che già conosciamo: a Roma esistono le mafie. Interrompere le ferie per prendere atto di una cosa che già so non mi è sembrato opportuno», sminuisce Sabella. «Non è accaduto un fatto tale che richiedesse vicinanza alla popolazione o, da parte del Campidoglio, l’adozione di provvedimenti immediati. Anzi, se fossi tornato sarebbe stato controproducente – afferma Sabella – perché avrei dato il segnale che le istituzioni si piegano ai Casamonica. E poi avevo bisogno di staccare. Da dicembre, dal mio arrivo in Campidoglio, non ho fatto un’ora di ferie. Natale l’ho passato a lavoro, le domeniche pure. E il mio fisico ne ha risentito», spiega l’assessore.