Marò, il governo Renzi sotto accusa: «Incompetente e superficiale»

24 Ago 2015 17:46 - di Priscilla Del Ninno

Marò, dopo la delusione, la rabbia. La sentenza del Tribunale del mare di Amburgo – che ha respinto la richiesta italiana di misure temporanee per i due maro, in attesa della soluzione definitiva del caso – lascia spiazzati tutti: e se prima lo strappo internazionale sembrava aver lacerato diritti, convincimenti e speranze, ora la toppa applicata giuridicamente ad Amburgo appare finanche peggiore. Oltre che altrettanto penosa dal punto di vista procedurale e dei tempi. Come spiegato, tra gli altri, da Roberto Virzo, docente di diritto internazionale all’Università del Sannio che, spiegando tecnicismi e conseguenze pratiche della sentenza sul caso Marò, afferma: «Ragionevolmente credo che ci vorrà da un anno e mezzo a due anni per avere il pronunciamento dell’Aja. Il tribunale è già stato costituito e Francesco Francioni sarà il membro italiano di un collegio di 5 giudici. Nella sua prima ordinanza l’Aja fisserà la data entro cui le parti devono presentare le memorie e le date per le udienze. Ritengo quindi che ci vorrà almeno un anno per la prima udienza». Intanto, tra commenti e polemiche, pronunciamenti e ricorsi, processi mai partiti e soluzioni definitive mai raggiunte, la vita dei nostri due fucilieri di Marina resta appesa a un flebile filo di speranze disattese e diritti calpestati, rabbia e impotenza.

Marò, le reazioni alle sentenza

La rabbia e la delusione sono palpabili in queste ore e trstimoniano lo scarso peso internazionale dell’esecutivo che guida il Paese. Esecutivo in rappresentanza del quale ha parlato, tra gli altri, il ministro Delrio che, commentando dal Meeting di Cl lo schiaffo arrivato da Amburgo, non ha potuto non ammettere come «l’Italia sperasse diversamente». «Avevamo chiesto altre cose, la sentenza non va nella direzione che avevamo richiesto» ha aggiunto il titolare del dicastero per le Infrastrutture e i Trasporti, che ha poi conlcuso con un laconico e desolante «il governo non può fare altro che prenderne atto»… Già, prenderne atto: una misura decisamente poco efficace e interventista, come ribadito senza inutili giri di parole dal presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. «Il governo Renzi – ha detto la numero uno di FdI – dopo aver immotivatamente atteso mesi e mesi prima di ricorrere all’arbitrato internazionale, riesce nell’impossibile impresa di farsi respingere dal tribunale del mare di Amburgo le legittime richieste dell’Italia sulla sospensione delle misure cautelari nei confronti dei marò Latorre e Girone. Era un rigore a porta vuota che solo questo esecutivo incompetente e superficiale poteva riuscire a sbagliare. Inadeguatezza che mette ogni giorno in pericolo i militari e i cittadini italiani».

Rabbia e sdegno nel centrodestra

E allora, dopo la strategia fortemente auto-deleggittimante di Monti e del suo governo tecncratico a cui si deve il clamoroso ritorno in India dei nostri due fucilieri di Marina dopo un breve e fortunoso soggoirno in Italia per le vacanze di Natale. Dopo l’inutile tergiversare di Letta, ora siamo alle prese con l’ennesimo fallimento di un governo di centrosinistra alle prese con l’interminabile caso. Un fallimento che non può non generare sfiducia e sdegno e, come sottolineato dal senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, «profonda delusione per il mancato accoglimento delle nostre richieste sul rientro di Girone e la permanenza in Italia per motivi di salute di Latorre. Il tribunale di Amburgo – prosegue l’esponente azzurro – ha in altre parole deciso di non decidere, rimandando tutto all’arbitrato internazionale e non ci ha concesso nulla. Dal Tribunale del Mare ci saremmo aspettati ben altre posizioni, vista la correttezza e il comportamento esemplare dei nostri due marò». In nome e per conto dei quali Gasparri è tornato a chiedere «giustizia»; una richiesta a fronte della quale, ribadisce il senatore di FI,«abbiamo invece solo rinvii o, come in questo caso, un evidente scaricabarile giacché nulla si è voluto stabilire, rinviando il giudizio nel merito all’arbitrato dell’Aja. Resta la rabbia per l’incapacità degli ultimi governi italiani che hanno sottovalutato il dramma dei nostri fucilieri di Marina con un lassismo colpevole e non hanno saputo risolvere con determinazione la situazione. Le colpe politiche sono evidenti e note». E purtroppo, a quanto pare, anche interminabili…

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