Parini, fascista della prima e della ultim’ora che salvò Milano dalla fame

22 Ago 2015 17:35 - di Antonio Pannullo
Piero Parini con il comandante della "Muti" Francesco Colombo

Il 23 agosto del 1993 scompariva, all’età di 99 anni, Piero Parini, fascista della prima ora, prefetto, importante esponente della Repubblica Sociale Italiana, grandissimo organizzatore delle mense popolari e della sottoscrizione per la Rsi che ebbe vasto successo. Milanese, dopo la guerra fu anche consigliere comunale per il Movimento Sociale Italiano, ma in seguito preferì trasferirsi in Grecia con la moglie Melpomene, dove morì. Una vita lunga e intensa, tutta dedicata all’Italia. Di Parini non si conserva molta memoria oggi, ma la sua figura merita di essere ricordata per i gesti generosi che compì in quella temperie terribile. Giovanissimo, partecipò come pilota alla Grande Guerra insieme con Gabriele D’Annunzio, che seguì nell’impresa di Fiume. Dopo la guerre aderì alle Squadre d’azione fasciste e iniziò a collaborare per la redazione esteri del Popolo d’Italia, per la quale compì viaggi in tutta Europa. Successivamente intraprese la carriera diplomatica. Nel 1932 fu nominato ministro plenipotenziario per i Fasci all’estero, e organizzò in Italia la costituzione di numerose colonie per i figli dei lavoratori italiani nel mondo. Nel 1936, all’inizio della guerra d’Etiopia, riunì tutti i volontari italiani che provenivano dall’estero in un unico reparti, dando vita alla famosa Legione Camicie nere Fasci italiani all’estero, inquadrata nella VI divisione Camicie nere al comando del generale Enrico Boscardi, che si ricoprì di gloria per la sua marcia a tappe forzate da Mogadiscio, dove era stata addestrate, a Dire Daua, conquistata sotto la guida di Parini stesso, allora Console della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale. Per l’impresa Parini ebbe una medaglia d’argento al valor militare e la legione fu chiamata tra gli addetti ai lavori Legione Parini.

Parini fu il creatore delle famose mense comuni

Nel 1941 Parini fu nominato commissario per le Isole Jonie, carica che mantenne fino all’armistizio. Dopo l’8 settembre Parini rientrò avventurosamente in Italia, aderendo immediatamente alla neocostituita Repubblica Sociale. Nell’ottobre 1943 divenne podestà di Milano, città che amava moltissimo e per la quale fece grandi cose. Lanciò una sottoscrizione per riempire le ormai vuote casse comunali, nota come prestito Parini “Città di Milano”, sottoscrizione che ebbe un grandissimo successo nonostante il Clnai tentasse di boicottarlo in tutti i modi, anche propalando menzogne come quella che il prestito non sarebbe mai stato riconosciuto. Invece lo fu, anche dopo la caduta del fascismo. Nel 1944, insieme al federale meneghino Vincenzo Costa creò dieci grandi refettori popolari denominati mense comuni, coi quali si servivano oltre 50mila pasti caldi al giorno. Nello stesso periodo Parini nascose nel palazzo della Prefettura un gruppo di ebrei facenti capo all’avvocato Del Vecchio, e si dichiarò contrario alle rappresaglie tedesche per gli attentati terroristi commessi dai partigiani. Al processo contro Parini, lo stesso avvocato Del Vecchio testimoniò che aveva avuta salva la vita per merito di Parini, ma questo non impedì al tribune popolare di condannarlo a 12 anni di reclusione. Anche Riccardo Lombardi, membro del Clnai, testimoniò in favore di Parini, ma senza esito. Scarcerato in seguito all’amnistia Togliatti, riparò in America Latina, e nonostante questo subì in contumacia un nuovo processo e una nuova condanna a tre anni, poi condonati. Dopo aver lavorato alcuni anni in Brasile, nel 1956 rientrò in Italia divenendo appunto consigliere del Msi a Milano. Abbandonata la politica, si trasferì in Grecia con la moglie, pur ritornando spesso nella sua città natale. Ha lasciato alcuni scritti: L’altipiano di Asiago: il terreno, i ricordi della guerra 1915-1918, Roma 1931 e, a sua cura, Le regioni d’Italia: alla gioventù italiana all’estero, Novara 1932; inoltre Gli italiani nel mondo, Milano 1935; Augusto. Le più belle pagine della letteratura latina ad uso delle scuole e delle persone colte, Roma 1938. Adriano Grande ha scritto sulla sua impresa africana per la Vallecchi il libro La Legione Parini.

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