Profughi, le città scoppiano. Ma il Pd: «I migranti cantano Bella Ciao»
Non sanno più dove ospitare gli immigrati, i quartieri sono stracolmi e i con i residenti la tensione è sempre più alta. La rivolta dei sindaci sta montando, nonostante i tentativi degli esponenti della sinistra di utilizzare i soliti slogan demagogici per “resistere” all’ondata dei “no” agli arrivi senza sosta sulle coste italiane e all’accoglienza forzata. Il Pd brancola nel buio e tenta qualsiasi carta. Un esempio su tutti: Dario Nardella, il sindaco di Firenze, parla di “resistenza” al “razzismo in salsa italiana”. Per lui i migranti sono come i partigiani e magari li sente già cantare Bella Ciao ai suoi comizi. E’ la classica chiamata alle armi della sinistra, una frase sparata là, un tocco di antifascismo e i vecchi “compagni” si ricompattano, quantomeno i centri sociali danno una mano a creare il caos. Il trucco è sempre lo stesso, utile per risolvere la questione mediaticamente. Ecco la frase-clou tanto amata dai democratici: «La ricerca disperata di libertà di chi attraversa il Mar Mediterraneo sapendo di rischiare la vita non è meno degna della ricerca di libertà che i nostri partigiani hanno portato avanti con la guerra di Resistenza e di Liberazione».
Bella Ciao e Resistenza? Non funziona
Ma è un tentativo puerile quello di aggrapparsi a Bella Ciao e ai partigiani . La valanga di critiche cresce ogni giorno di più. In prima fila ci sono Luca Zaia e Roberto Maroni, governatori del Veneto e della Lombardia. Luca Zaia, tornando sulla polemica tra Matteo Salvini e il segretario della Cei Nunzio Galantino, ha invitato Papa Francesco a chiamare i preti, senza mediazioni: «Scoprirà che dicono le stesse cose nostre». Roberto Maroni, ha invece fatto sapere di essere d’accordo con una proposta lanciata da Fratelli d’Italia Lombardia per l’istituzione di una class action, da varare insieme ai sindaci, per ribadire il ‘no’ «all’accoglienza incontrollata di clandestini». Ma Maroni ha anche detto chiaramente di stare dalla parte di quei sindaci che «difendono la loro comunità», secondo la regola del «padroni a casa nostra». Duro l’intervento di Giorgia Meloni, che su facebook se l’è presa col governo e con il «pressapochismo e superficialità con cui affronta questa emergenza, scaricando le responsabilità una volta sui sindaci, una volta sui prefetti e una volta sull’Europa». Infine, se il segretario politico di Scelta Civica Enrico Zanetti mette nel mirino Salvini spiegando che «parlare di piazzisti del voto da quattro soldi significa chiamare le cose con il loro nome», la capogruppo Pd in Consiglio regionale Veneto, Alessandra Moretti, dice che «i veneti sono migliori di come vengono rappresentati da Zaia», non senza avvertire sui rischi di trasformare «la nostra terra in una Vandea».L’ennesima prova, questa, di una sinistra che continua a far finta di non vedere e di non sentire, intonando Bella Ciao.