Pronta la scissione a sinistra del Pd: Rosy Bindi avverte Renzi
“O Renzi è disponibile a riaprire una fase di dialogo vero con il suo stesso partito per un ripensamento che ci riporti alle nostre origini uliviste oppure è inevitabile che a sinistra di questo Pd nasca una forza di governo, non residuale. E il tempo a disposizione non è molto, le cose saranno già chiare a settembre con il percorso parlamentare delle riforme costituzionali”.Su “Il Fatto Quotidiano” Rosy Bindi non le manda a dire.
Rosy Bindi minaccia Renzi di una scissione alla sinistra del Pd
“Le intese sulla tv pubblica hanno sempre prefigurato accordi su altri piani. La cosa mi stupisce, però, perché sul Senato elettivo il fronte che si va consolidando mi pare ampio, al di là della pattuglia dei verdiniani. Nel merito dovremmo essere interessati, tutti, a una buona riforma; bisognerebbe tener conto dei costituzionalisti che osservano come il complicato processo legislativo di questa brutta riforma farebbe perdere ancora più tempo alla politica, vanificando l’obiettivo di una democrazia che decide. Al governo che cosa servirebbe? Un Pd unito e nonsottoposto acontinue lacerazioni per volere del suo stesso segretario. Invece? Invece si cercano accordicchi, ma saggezza vorrebbe che anche Forza Italia fosse interessata a un accordo alla luce del sole”
Bindi boccia Renzi su tutta la linea: non salva nulla
“Ho sempre ritenuto che per fare la riforma della Carta fosse necessario l’accordo di tutti. Non nego che ci sia mancato del coraggio, abbiamo sprecato occasioni per fare importanti riforme. Ciò non significa che si possa cambiare la Carta a colpi di maggioranza e la legge elettorale a colpi di fiducia. Renzi ha fatto anche altre cose… Appunto. Non dobbiamo essere il partito delle tasse, ma neppure mettere a rischio scuola e sanità pubbliche. Non si annuncia una riduzione delle tasse di quel tipo senza un piano di lotta alla povertà e senza unariforma del catasto. Insomma, Renzi dovrebbe cambiare metodo, ma anche nel merito ci sarebbe molto da migliorare. Poi c’è il Mezzogiorno! Renzi ha riunito la Direzione, ma non c’è stata traccia di proposte. Infatti, il Mezzogiorno non può esser derubricato a piagnisteo, è un’emergenza del Paese. Non si può fare quella sparata se non si dimostra la necessità di una seria lotta alle mafie. E se non si aggrediscono le cause strutturali delle diseguaglianze socio-economiche di metà Paese”.